Ci vado anch’io a shark tank!!? No, io no! Anzi sì…Forse no. Dipende…
Non ci posso credere!!! L’eTravelDistrict è stato invitato a Shark Tank!! Ma vi rendete conto? Poter andare in uno studio televisivo. Farsi fare il trucco e i brief da quelli di Italia1 (con l’urletto in coro). E poi l’emozione di vedere accendersi la luce della telecamera mentre ti riprende. L’orgoglio sapere che tutti i tuoi amici, perenti e conoscenti ti guarderanno in televisione con invidia mentre fai il tuo discorsetto, e ti si impasta la lingua per l’emozione. Che figata! E poi la fama. La fama di essere andato in TV.
Potremmo mettere sul nostro sito il marchietto delle televendite “visto in TV” con grande invidia di tutti gli startupper che non c’è l’hanno. Noi che abbiamo scalato tutta la montagna e siamo arrivati sulla cima più alta dello startup Show Business: la TV, Shark Tank!! Noi sì che ce l’avremmo fatta. Che saremmo dei fichi. Forse anche più di Max Ciociola. Possibile anche se non sono biondo con gli occhi azzurri? In effetti ieri sera una bella ragazza mi ha detto che con i capelli corti sembro George Clooney (devo prenderla sul serio?). Si ho proprio la faccia da boccalone che si ingoia quell’amo che compare sulla copertina del programma.
A parte gli scherzi, ti rendi conto che la prima cosa che ci chiedono è un recapito del nostro ufficio stampa? Come se per una startup fosse scontato avere un ufficio stampa che ne gestiste la comunicazione. Solo degli startupper possono credere che partecipando ad una trasmissione televisiva si possa fare fund raising. Solo degli startupper possono confondere una comparsata nello startup show business per qualcosa di serio. Eppure, già dalla prima mail, si capisce che è tutto, e solo, spettacolo. Quando ci si crede degli stratupper ci si convince delle cose più assurde.
Sono realmente emozionato mentre scrivo queste righe. Mi ci vedo in TV mentre duello con Gianluca e Fabio facendo finta di non conoscerli da anni e di non aver parlato con loro più volte dell’etravel district. Di far finta di non aver già constatato che Gianluca non ne capisce nulla di eTravel e che, Fabio, ne sa fin troppo al punto da considerare la tecnologia su cui si basa il nostro sistema di business una commodity (si deve essere già dimenticato di averla usata nella sua super azienda fino a meno di un anno fa con grande profitto). E magari dovrei anche sentirmi dare qualche buon consiglio davanti a migliaia di spettatori invece che in privato lontano da occhi e orecchie indiscrete? Fabio sicuro me li potrebbe dare ma non faccio prima a chiamarlo al cellulare? Ad incontrarlo a Chiasso, invece che andare in TV? Gianluca, con la sua frenesia da disk jockey dello startup show business, è più difficile da tenere concentrato per più di 30 secondi. Tempo del tutto sprecato se si tratta di parlare con lui di eTravel. Quindi, a che pro incontrare gianluca durante un programma televisivo proprio per parlare di eTravel?
Gianluca, ben intesi, è uno molto preparato, anzi, sicuramente tra i più preparati del panorama Italiano ed anche uno dei più umili che si è piegato a fare qualsiasi cosa pur di campare. Lui non è certo uno che vive alle spalle dei contribuenti italiani come tanti gestori di fondi di VC nostrani.
Gli altri squaletti non li conosco personalmente e, a prima vista, mi paiono del tutto privi di competenze nell’etravel, sebbene molti lo confondano con il Turismo; tema di cui tutti si dicono espertissimi avendo almeno fatto una vacanza in vita loro. Ma è bene ricordarlo: l’eTravel è il business online più ricco, competitivo e complesso al mondo dopo il porno. Quindi non è materia da salotto e improvvisati.
Ci potrei andare per i soldi che potrebbero darci? Nel biennio 2013-2014 sono state finanziate 165 startup dell’etravel nel mondo con una media di 11 milioni di euro ciascuna di fondi raccolti. Shark Tank quanti di questi milioni promette di dare ad una startup? Niente milioni? Solo alcune centinaia di migliaia di Euro? In quanto tempo? Non si sa nemmeno questo? Pare che quelli della prima edizione ancora non li abbiano avuti e sono passati mesi. Che pirla che sono. Pensavo stessimo facendo sul serio che non fossimo all’apice dello startup show business.
Scusate signori di Eldemon; ma, io ho già dato e non è un caso che ora sto facendo il Liquidatore di una gloriosa startup innovativa attiva proprio nell’eTravel. Ci sono già cascato nel giochino dei “pochi soldi e poi si trovano gli altri”. Ora preferisco fare l’imprenditore alla vecchia e concentrarmi a cercare clienti invece che rincorrere investitori italiani più o meno videogenici.
Io non ci vado
E’ assai probabile che questa signora si si sbagliata a contattarci e ci abbia confuso per una startup sfigata e che porta sfiga come ce ne sono altre migliaia in Italia. Noi siamo vecchi (tutti over 50) imprenditori che non ci farebbero una bella figura in televisione in mezzo ai ragazzini e alle ragazzine piene di speranza e buone idee. Noi non siamo startupper, per nulla. Noi abbiamo i piedi per terra.
Anzi, sicuro ci vado
Certo che ci vado per farmi un bel po’ di pubblicità e poi fare il gran gesto di rifiutare i loro quattro spicci (che mi farebbero un gran comodo se fossero veri e rapidi). E poi potrei sperare di essere chiamato alla prossima edizione dell’isola dei famosi e prendere il posto di Rocco Siffredi nell’immaginario collettivo degli startupper nostrani.
Forse…
Tutti hanno un prezzo ed il mio è di 100 euro l’ora e se mi pagano sono disposto a farmi impiastricciare la faccia con il cerone, tingere i capelli e la barba di nero (non di biondo) e fare un ciclo di body re-building. Sono anche disposto a mettermi a dieta o indossare la pancera. Insomma faccio di tutto ma solo se mi pagano altrimenti non ho proprio tempo da perdere. Devo trovarmi un lavoro mica far finta di essere uno startupper di 30 anni.
