C’eravamo tutti e non ce ne saremmo mai più andati via. Grazie Enrico.

Ieri è stata una giornata di grande gioia per me Enrico. Lo sai che sono sempre stato il bastian contrario del gruppo e anche questa volta non mi smentisco. Pensavo che sarei stao sopraffatto dal dolore e dalla rabbia. Anche dall’indignazione e invece mi ha sorpreso la gioia. Una gioia immensa. Sono arrivato in zona qualche ora prima del tuo funerale e sono andato a trovare Nicoletta e Luca grazie ai quali ti ho conosciuto più di vent’anni fa. Abbiamo parlato di te te ma non solo. Ero preoccupato che il tuo funerale si potesse trasformare in un falshmob pieno di sconosciuti vestiti di arancione; ma, Nicoletta mi ha raccontato del funerale di suo padre pieno di alpini festosi e ho capito che ognuno aveva il diritto di manifestare il suo amore per te come meglio credesse.

In cuor mio ho continuato a sperare che fosse solo un funerale e non uno dei tanti eventi dello startup show business di cui sei stato uno dei principali protagonisti ed anche uno dei miei bersagli preferiti delle mie invettive. Le mie speranze sono state esaudite e ne sono proprio felice per te, ma soprattutto per tua Madre, Patrizia e i tuoi figli.

Non sono riuscito a venirti a salutare a casa tua ed anche al tuo funerale ci sono venuto con il fiato sospeso; eppure, è bastato avvicinarsi al piazzale antistante la chiesa dove ti stavamo aspettando, per ritrovarmi catapultato in un passato che pensavo cancellato per sempre. Da lontano c’era una folla di estranei  ma, improvvisamente, da quella folla, ci sono venuti incontro tutti. Non ti sto a fare in nomi perché tu sai a chi mi riferisco. E tutti sorridevano con le lacrime agli occhi per la gioia di ritrovarci insieme dopo tanti anni e il dispiacere che fossi stato tu a farci ritrovare dopo esserci dispersi.  Non sono riuscito a fare un solo passo in più. Continuavo a baciare e abbracciare tutti ed erano tanti. Tutti uguali a come li avevo lasciati 15 anni fa. Tutti incazzati con te; ma, come sempre, tutti immensamente innamorati di te. E sì, Enrico, eravamo tutti li per te e non ce ne saremmo più andati via. Siamo rimasti fino all’ultimo e ci siamo dati appuntamento per rivederci e per mostrarci i nostri figli e raccontarci cosa abbiamo combinato in questi 15 anni che sono volati come fossero 15 minuti.

Te la ricordi la festa a sorpresa che facemmo a te e alberto in cortile di via Tacito nel ’97? con la nostra band che suonava? Ti assicuro che se fosse servito a farti tornare tra noi avremmo tirato fuori gli strumenti e ci saremmo messi a suonare e cantare tutti in coro come allora. A ballare fino a notte fonda fino a farci zittire dai vigili chiamati dai vicino infastiditi dal baccano. Te lo ricordi?

Sappi che non ho pianto ieri (quasi) perché ero sopraffatto dalla gioia di ritrovare tanti amici. Dopo il tuo funerale mentre gli “altri” se ne andavano via, “noi” siamo rimasti li fino a che si è fatto buio e poi ho costretto Bob e Paola ad accompagnarmi in stazione sperando di perdere il treno e poter, quindi, rimanere li anche per l’aperitivo. E sì,  ci siamo dati pure l’appuntamento per l’aperitivo alle 18.30 e, se ci fossi stato tu, dopo saremmo tornati tutti a lavorare fino a notte fonda anche se era sabato. In via Tacito come ai vecchi tempi in cui eravamo solo dei visionari squattrinati.

Ma lo sai che proprio settimana scorsa sono passato proprio in via Tacito perché, dopo la tua ultima mail in cui mi invitavi ad incontrarci, volevo ritrovare le ragioni per non rivederti. Volevo rinnovare la rabbia che mi ha tenuto lontano da te tutti questi anni. Ci sono andato convinto di ritrovare gli stessi marciapiedi pieni di merde di cane, gli stessi capannoni abbandonati, lo stesso squallore di allora ma, invece, tutto il quartiere è cambiato. E’ diventato fico. Anche la nostra palazzina è stata rinnovata e gli hanno aggiunto pure un piano sopra. Mi sono fermato ed ho sbirciato nel cortile e per un attimo ho rivisto la tua Passat nera parcheggiata, kikko che smadonnava mentre andava a riparare qualche server che faceva le bizze. Ho sentito altri discutere in terrazza. Sarei voluto entrare ed andare a vedere il mio ufficio ricavato nella portineria condiviso con altri 8 messi tutti faccia al muro per occupare meno spazio. Era settimana scorsa ti rendi conto? Dopo 15 anni proprio settimana scorsa ho sentito il bisogno di andare li. Dopo aver ricevuto il tuo invito ad incontrarci. A venire a farmi raccontare il tuo ultimo grandioso progetto.

Forse avrei accettato il tuo invito e mi sarei fatto raccontare “cosa stavi combinando” facendo finta di fare il duro, facendo finta di riuscire a resistere al tuo fascino. Non ci sarei riuscito a resisterti e ieri ne ho avuto la dimostrazione. Ieri sorridevo di gioia come ogni volta che facevamo una riunione con te e tu ci incantavi con la tua pazienza e le tua capacità di rilanciare, rilanciare sempre più in alto, sempre più lontano.

Ieri ci siamo ritrovati tutti, solo per te, e alla fine sai che ti dico Enrico? Grazie e ancora grazie, ma, soprattutto, Enrico, sappi che ti perdono tutto. Ti perdono tutto e proprio tutto. Ti perdono anche di averci lasciato ora senza nemmeno salutarci. Soprattutto ti perdono di averci disperso per sostituirci con dli “altri”. Ti perdono perché tu ci hai fatto incontrate e tu, ieri, sei riuscito a riunirci tutti. Solo tu potevi riuscirci e ce l’hai fatta anche questa volta a convincerci. A tenerci uniti come se non fossero mai passati questi 15 anni.

Hai fatto il solito miracolo Enrico. Il solito Miracolo che nessuno si aspettava ma questa volta lo hai fatto in silenzio senza conferenze stampa ne interviste. Solo un grande poteva riuscirci.

Arrivederci Enrico, non andare troppo avanti adesso. Per favore, aspettaci perché noi tutti siamo più lenti di te anche a morire. L’unico che ti ha battuto è stato Gilbo; ma, si sa, che lui era un fuori classe vero e incompreso. Un insopportabile genio a cui “buttare la bistecca” nella gabbia per farlo stare buono. La bistecca di un problema apparentemente irrisolvibile. A noi comuni mortali ci dovrai aspettare a lungo spero tanto a lungo che al nostro funerale non ci sarà più nessun’altro che nipoti attempati e qualche parente.

Presto o tardi ci ritroveremo ancora, Enrico, stanne certo. Hai la mia parola e sarà come quella sera del ’96,  sarà una gran festa a sorpresa per te e Alberto

andrea@elestici.com

S-blogger a tempo perso e imprenditore a tempo non retribuito.

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