L’approccio di Alan Turing può rivoluzionare l’etravel business? E il modo di fare innovazione?

Sabato scorso ho guardato un bel film biografico su Alan Turing dal titolo “Ihe imitation game” (“Un enigma irrisolvibile”, in Italiano). Non sto a dire chi sia Alan perchè immagino tu lo sappia visto che stai usando un apparecchio digitale per leggere questo mio post. Ciò che mi ha colpito e ispirato è stato l’approccio usato da Turing per decriptare Enigma (l’apparecchio usato dai Nazisti per criptare i propri messaggi) è stato globale. ovvero, di “decriptare” il sistema stesso, invece, dei singoli messaggi e da li risalire al sistema (approccio usato da tutti i suoi colleghi). Grazie a questo approccio considerato esagerato e megalomane da colleghi e superiori Alan è riuscito in un impresa considerata impossibile; infatti, grazie alla sua invenzione gli alleati hanno vinto la seconda guerra mondiale con almeno 2 anni di anticipo.

Ora, con le debite proporzioni, Dino ed Io, stiamo cercando di risolvere un “enigma” che, a detta di molti. è altrettanto irrisolvibile: rendere l’etravel un mercato aperto e accessibile a tutte le startup. In particolare vogliamo smantellare le barriere erette dai big player del settore con la complicità di Google. Un’impresa che è considerata impossibile da tutti i soggetti con cui ne parliamo e ancora di più dai pavidi investitori nostrani.

Nell’affrontare questa sfida, ho sempre pensato che l’approccio migliore fosse quello di risolvere un problema alla volta, attuare una strategia di espansione a cerchi concentrici partendo da una città per poi allargarsi ad una regione, nazione etc etc. Di mirare un target alla volta cominciando dai disabili, e tra i disabili prima quelli di un tipo e poi quelli di un’altro etc etc. Invece dopo aver visto questo film mi sono convinto che questo approccio non sia all’altezza della sfida che ci siamo posti. Agendo in questo modo riusciremo solo a farci copiare l’approccio da qualcun altro o di passare gli anni a cercare di fare un passo alla volta mentre gli altri stanno andando in jet (privato per giunta).

Noi dobbiamo, invece, affrontare la sfida globalmente chiamando a raccolta tutti i migliori attori del mercato senza preclusioni ne esclusive perché, cito nuovamente il film: “dalle persone più improbabili arrivano le innovazioni più impensabili”. Bisogna sfidare le logiche dominanti fin dalle fondamenta, ovvero, dalle logiche stesse con cui si fa business. Dobbiamo smetterla di imitare il modello ad IDROVORA adottato dalle OLTA USA e promuovere quello a FONTANA dei nostri distretti. Bisogna neutralizzare il verbo tipicamente USA che identifica nel verticismo esasperato la chiave dell’innovazione, che identifica la APPLE con Steve Jobs. Bisogna creare realtà come 3M che impiegano migliaia di inventori senza narrare miti ne professare alcun culto della personalità. Bisogna rendere trasparenti i meccanismi di creazione del valore e, soprattutto, di distribuzione della ricchezza. Evitare che il top management guadagni milioni di volte di più di un impiegato o di un inventore.

Concretamente penso che dovremo fare OPEN ETRAVEL BUSINESS a tutti i livelli e rendere la partecipazione all’etravel la via più economica e redditizia di fare travel ecommerce per qualsiasi operatore del settore che non abbia un rendita di posizione consolidata da difendere.

Ad esempio per rendere possibile prenotare online con facilità una camera per disabili adatta alle proprie esigenze sono necessarie informazioni dettagliate ed affidabili prese sul posto. Un approccio tradizionale prevede di mandare in albergo un certificatore professionista che prenda le misure sul posto. Un approccio alla Turing prevede di usare un APP gratuita collegata con un sistema di intelligenza artificiale che permetta a chiunque di raccogliere i dati utili in modo semplice e affidabile.

Altro esempio: un sistema di booking tradizionale prevede che l’utente raffini i propri criteri di ricerca fino a trovare la soluzione cercata mentre un approccio alla Turing prevede di creare un algoritmo di intelligenza artificiale che sappia cercare per te ciò che soddisfa meglio le tue esigenze raccogliendo le informazioni utili e imparando dalle tue scelte.

Un approccio tradizionale prevede che uno startupper vada a fare la questua da degli investitori per farsi finanziare il progetto e consolidare con tali risorse degli asset grazie ai quali creare del valore rivendibile. valore che aumenta in base alle barriere che crei. Un approccio alla Turing (che io considero alla Turing) prevede l’autofinanziamento e la partecipazione in equity di tutti gli attori. Prevede di cambiare anche le regole di fund rasing, quelle regole che tutti reputano immutabili e incontestabili esattamente come tutti nel 1939 consideravano irrisolvibile la decriptazione di Enigma (159 milioni di milioni di combinazioni che cambiavano ogni giorni a mezzanotte).

Un approccio che vuole vincere la guerra (cambiare in meglio le regole del mercato) e non solo una battaglia (garantirsi un exit milionaria) prevede di distribuire tutta la ricchezza A FONTANA (ma non a pioggia) tra tutti gli attori che se lo meritano invece di essere drenata da un’IDROVORA verso i paradisi fiscali di turno.

Un approccio alla Turing non si preoccupa di salvare la vita ad una sola persona amica ma di salvarla a quante più persone possibili anche se del tutto estranee e ignare. Allo stesso modo un approccio alla Turing non prevede nessun accordo con gli amici potenti ma solo con gli sconosciuti singolarmente insignificanti ma complessivamente invincibili. Prendi ad esempio i disabili: perché finanziare le loro Associazioni e Federazioni invece che loro direttamente in modo che possano decidere loro stesso come spendere le risorse raccolte grazie ai loro acquisti?

Turing per aiutare gli alleati a vincere la guerra aveva distribuito (tramite l’Mi6)  le informazioni raccolte tra tutti gli attori in gioco aggirando i vincoli di riservatezza che gli erano imposti del Governo e dei suoi diretti Superiori. Ha agito fuori da ogni regola e vincolo perseguendo solo il fine supremo di vincere la guerra il prima possibile e con il minor numero di vittime possibili. Ha agito in modo spietato e calcolatore come fosse un automa egli stesso senza mai piegarsi ad alcuna forma di narcisismo, protagonismo o smania di potere o successo. E come lui, tutti i suoi collaboratori, che, infatti, per decine di anni hanno mantenuto il segreto sui risultati raggiunti ed il ruolo decisivo avuto nello sconfiggere i Nazisti.

Ora mi chiedo: sarà possibile trovare degli investitori che capiscano questo approccio? Degli imprenditori che lo condividano? Dei clienti che acquistino in modo consapevole sopportando le tante imperfezioni? Dei progettisti, dei programmatori, dei matematici e linguisti che condividano il proprio know how e che accettino di essere retribuiti solo in base ai risultati raggiunti? Se Turing è riuscito a vincere la seconda guerra mondiale perché noi non dovremmo essere in grado di riformare il solo etravel? In fin dei conti non si tratta mica di un’enigma irrisolvibile ma solo di rendere socialmente più eque e sostenibili le regole di questo mercato. Non si tratta di vita o di morte ma di dare più lavoro e dignità ai lavoratori e agli imprenditori di questo mercato.

Che ne pensi? Si può fare? Ti va di darci una mano anche tu?

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S-blogger a tempo perso e imprenditore a tempo non retribuito.

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