Startup? Paga oppure aspetta e spera…

Considero una mancanza di rispetto gravissima far perdere del tempo a chi lavora, specialmente se si tratta di uno startupper o di un imprenditore perché è tutta gente che si procura lo “stipendio”. Ancora più grave e se a far perdere il tempo sono impiegati con lo stipendio garantito come nel caso di Bancari, Venture Capital etc etc

Questa storia vera racconta di una profonda mancanza di rispetto da parte di una delle principali Banche Italiane per di più una tra le più attive dello Startup Show Business: Banca Intesa. Da una Banca che si dedica con tanto ardore alle start da farci una STARTUP INITIATIVE, che ha come slogan “Think Big. Start Small. Scale Fast” ci si aspetterebbe velocità di reazione e disponibilità massima per una startup che diventi loro correntista, invece, ecco la storia che ho vissuto come amministratore di una startup innovativa correntista di Banca Intesa. In tutta questa storia c’è una sola eroina ed è la direttrice della filiale in cui aprii il conto nel 2012. Si chiama Alessandra Favazzo ed è sempre stata super disponibile e veloce nel fare tutto ciò che le è in potere di fare (ben poco a dire il vero).

I miei rapporti con Banca Intesa, banca IMI in particolare risalgono a ben prima di aprire un conto come startupper infatti fu Banca IMI a quotare la mia società nel 2000 ed i suoi advisor ad avvallare l’acquisizione di DNM, una follia di cui ho già abbondantemente scritto.

Nel giugno 2012 ho presentato il BP di weekendagogo ai manager di Atlante , Davide Turco e Antonella Beltrame, presentato da una delle mie socie a sua volta loro advisor (si fa così in Italia). Sembravano interessati ma nei mesi successivi ho dato l’esclusiva del deal ad Andrea Di Camillo (allora in Principia) che mi disse di non gradirli come co-investitori in quanto, a suo dire, “troppo lenti”. In effetti ho aspettato invano vari mesi che si facessero risentire per dirmi che decisione avessero preso. Silenzio di tomba. Non me ne curai allora perché tanto sapevo che non erano compatibili con quello che considerato il mio leading investor (che poi si è rivelato il mio leading inculator).

La negoziazione con Principia si protrae per oltre un anno e noi a maggio 2013 chiediamo in filiale di farci un fido in attesa del versamento che Principia non ci sapeva dire quanto sarebbe stato fatto. Portiamo a garanzia il contratto firmato ma loro, ben più sgamati (o informati) di me, non si fidano e

per concederci un fido di 70k

chiedono, a noi soci, 70k in contanti a garanzia!

Facciamo buon viso e accettiamo ma le pretese non finiscono qui:

per darci un fido temporaneo (di 6 mesi) completamente garantito con nostri soldi ci chiedono un interesse del’8,5%!!!

 

Un trattamento di favore ottenuto grazie all’intervento della nostra amata direttrice che ha ottenuto lo sconto massimo possibile. In questa occasione devo dire che sono stati velocissimi a soddisfare le nostre richieste (e a prendersi i nostri soldi per prestarceli). Tre mesi dopo, Principia, versa i primi 100k e noi chiudiamo il fido pagando gli interessi etc etc.

Nel frattempo cerco di imparare il loro sistema di remote banking e regolarmente faccio figure di merda con fornitori e dipendenti a cui assicuro di aver pagato il dovuto quando invece le mie richieste restano sempre bloccate da uno dei 14, dico 14 passaggi necessari a finalizzare un cazzo di bonifico. E dire che io ho progettato negli anni 90 il primo sistema web di remote banking in java mai realizzato al mondo quindi dovrei sapere come far funzionare un sistema di 20 anni più moderno… Nulla da fare, ho dovuto far fare un corso ad una ragioniera perché facesse lei i bonifici.

Nel 2014 vengo richiamato da quelli di Atlante per avere un aggiornamento sul nostro progetto e in quell’occasione conosco Giovanni De Caro che nel gruppo si occupa di startup terrone come appunto la mia. Lo incontro anche in altre occasioni e in una di queste (in Basilicata) mi consiglia di farmi fare un prestito in Banca mentre completo il fund raising perché le startup hanno un percorso accelerato (per legge) e sono garantite all’80% da un Fondo Centrale. Anche in questa occasione gli amici di Atlante non mi fanno sapere più nulla.

A settembre 2014 faccio richiesta in agenzie, la mia mitica direttrice si attiva subito e chiama pure De Caro, suo collega appunto, per farsi spiegare come fare per fare più in fretta. Dopo un mese le viene comunicato che lei non ha l’autorità per seguire una pratica del genere e che questa deve passare all’Ufficio Impresa centrale.

A ottobre incontro il responsabile, Antonio Forni, a cui spiego tutto e che mi promette di attivarsi immediatamente (gli faccio notare che la velocità sarebbe anche un obbligo di legge).

A fine novembre (E SONO PASSATI 3 MESI) mi comunica che la mia pratica deve passare al vaglio di Banca IMI perché pare siano anche interessati ad investire con il loro Fondo Atlante Seed. Lui è orgoglioso di questo risultato, mi dice che è la prima volta che una sua pratica interessa a quelli di Banca IMI. Io, invece, sono incazzato come una iena, gli dico e scrivo che sono già passati 3 mesi e che incontrare quelli di banca IMI significherà sicuramente e solo perdere altri mesi inutilmente, che è tutta gente che già conosco ed ho incontrato più volte. Che hanno già visto il progetto due volte e non mi hanno mai dato risposta. Nulla da fare, le procedure sono procedure.

A dicembre incontro di nuovo Antonella Beltrame e un Analist del fondo Atlante Seed (Alberto Villa) che mi bombarda di domande sul mercato e i miei concorrenti e conoscenti per un paio di ore. L’incontro mi pare andato bene, anzi benissimo, come tutti i precedenti.

A gennaio 2015 sono ancora in attesa di risposta e faccio intervenire un’altro mio socio che da de tu a tutti i capi di Atlante. E’ il 14 gennaio 2015, 4 mesi, dopo la mia richiesta di finanziamento e la risposta che ricevo è questa:

“Come ti anticipavamo in sede di incontro, Atlante Seed sta vagliando diverse ipotesi di investimento nell’ambito del turismo e pertanto non siamo ancora in grado di fornirti un feedback sulla tua iniziativa. Ti tengo aggiornato non appena una decisione verrà presa.”

Che abbiano preso una decisione? Immagino di si ma a me non hanno mai più comunicato nulla

A febbraio chiamiamo di nuovo De Caro che ci dice che anche altre sue pratiche simili alla nostra sono ferme perché la banca non ha ancora definito una procedura.

Siamo a marzo 2015 e sono passati 6 mesi dalla mia richiesta la pratica di passa ad un funzionario di Medio Credito Centrale, Salvatore Amato. Ricomincio la mia trafila con lui, mandando gli stessi documenti, rispondendo alle stesse domande etc etc per almeno un altro mesetto o due. Poi più nulla.

Aprile, Maggio, Giugno….

Sollecito Amato, Sollecito Forni, silenzio, sollecito la mia amata Direttrice che imbarazzata sollecita a sua volta i colleghi. Nulla, di nulla. L’altro giorno sono andato in agenzia a chiudere il conto corrente della società ormai in liquidazione e con Alessandra ci siamo chiesti se uno dei due avesse avuto mai una risposta. Né io, né lei.

CONSIGLIO PER BANCA INTESA NEL SUO COMPLESSO MA IN PARTICOLARE PER QUELLI DI STARTUP INITIATIVE

Mandate una circolare a tutti i dipendenti della Banca e ditegli di mandare a FAN CULO qualsiasi startupper si presenti ad un vostro sportello. Ditegli loro di farlo subito!!! All’istante, senza esitazioni né spiegazioni.

In questo modo avrete aiutato l’innovazione in Italia e soprattutto fatto risparmiare un sacco di tempo a gente che merita il massimo rispetto e non di passare i mesi ad aspettare vostre risposte che non arrivano mai se non per pretendere soldi a gratis.

 

 MORALE Di QUESTO MIO S-POST:

PER FARE INNOVAZIONE

BASTA AVERE +RISPETTO  e FARE -PROMESSE    

CI VUOLE + CREDITO e – PITCH

andrea@elestici.com

S-blogger a tempo perso e imprenditore a tempo non retribuito.

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