Start-TAX reality. Quello che i commercialisti non ti raccontano ma una contabile si…

S-PREFAZIONE:

Sento spesso parlare guru USA e nostrani di “fast fail and restart”, di costituzione di una srl con 1 euro, di

Rosanna, La nostra impavida guida negli inferi del FISCO.

Rosanna, La nostra impavida guida negli inferi del FISCO.

semplificazione, di agevolazioni per le startup innovative etc etc ma io, da imprenditore in liquidazione, non ho l’impressione che le cose stiamo come vengono raccontate nei convegni dello startup show business e allora sono andato alla ricerca di un briciolo di concretezza e verità. L’ho trovata in una donna, come al solito, una contabile per la precisione, e spero che a lei se ne aggiungano altre. Donne che sanno come stanno le cose e che non si fanno ingannare dei proclami perché loro con il nostro caro socio FISCO ci lavorano tutti i giorni e da decine di anni, lo conoscono in ogni mania e perversione. Sanno che ti colpirà e che lo farà quando meno te lo aspetti e per ciò che meni ti aspetti di aver sbagliato. Non conosco Rosanna personalmente; ma ho fiducia in lei perché è una donna del SUD, madre e lavoratrice. Sono sicuro che farà di tutto per aiutarci a prevenire gli attacchi del nostro socio e, quando possibile, a farci ridere delle sue manie e perversioni.

Andrea

IMPRENDITORI e STARUPPER, GLI IMPAVIDI EROI DEI NOSTRI TEMPI

Lavoro in uno studio di consulenza fiscale, il mio è un lavoro passivo perché si limita alla registrazione delle fatture, invece, mi piacerebbe lavorare per aiutare le aziende a sopravvivere in questo “mondo difficile”.

Per darvi un’idea di come sono fatta vi racconto che giorni fa sono andata a pranzo in un ristorante gestito da un cuoco di fama nazionale. Dal punto di vista del marketing, tanto di cappello al Cuoco, la sua immagine sui social è gestita molto bene, il cibo ottimo; ma io, che per deformazione professionale guardo oltre, ho notato che c’era troppo personale; per vie traverse ho sentito dire che lui non è puntuale nei pagamenti dei dipendenti,la cosa non mi stupisce; nel banco bar c’erano dei fogli con dei raccoglitori ad anello, quelli che si usano per archiviare i documenti, ed erano in bella vista e davano un senso di disordine, quei documenti dovevano stare sotto il bancone. Per non parlare del bagno, lussuoso da sembrare un salotto, ma sulle poltrone c’erano delle macchie e la pulizia era molto superficiale, da un ristorante a quei l livelli mi aspetto il massimo. Un cuoco e per me è specie di “artista” che non sempre ha la visione a 360 gradi su tutto. Le mie non sono critiche perché rispetto il lavoro altrui. So che dietro al successo c’è tanta fatica, e considero quegli “errori” del nostro Cuoco una svista. L’altro giorno, invece, in un negozio una commessa alla cassa inseriva l’abbigliamento comprato arrotolandolo, io la guardavo allibita e mi chiedevo: possibile che i titolari permettano una cosa del genere?. Al giorno d’oggi niente deve essere lasciato al caso.

Io sono fatta, osservo tutto e  vorrei essere di aiuto agli imprenditori. Ammiro gli imprenditori ma ne conosco pochi con lo “spirito” giusto. Gli imprenditori (bravi e non) sono spesso vittime del nostro sistema, nella nostra società sono l’anello debole, perché a differenza degli impiegati, per loro non esistono ammortizzatori sociali, se falliscono vengono abbandonati al loro destino. Molti imprenditori sono persone che si sono inventate un lavoro,  si ritrovano soli ad affrontare mille difficoltà, soggetti a controlli da parte di Finanza, Agenzia delle Entrate, che li considerano evasori a prescindere, invece, il più delle volte sono vittime di una burocrazia ostica, che non li aiuta.

Il mondo delle startup mi sembra molto “astratto” e l’ho cominciato a “frequentare” da poco andando ad un convegno in cui chiedevano di fare volontariato per aiutarle. Mentre ascoltavo  mi chiedo cosa ci guadagnassero questi che ci chiedevano di farlo a gratis. Dicevano di avere un’associazione che aiutava gli aspiranti imprenditori a sviluppare le loro idee. Io non credo alla storiella del volontariato e tutt’ora non ho ben capito il loro ruolo. Hanno parlato un po’ di esperti che usavano termini a me, piccola ragioniera di periferia, sconosciuti.  Non c’erano commercialisti a parlare, alquanto strano, perché, credo, che le tematiche amministrative e contabili siano alla basa di qualsiasi iniziativa imprenditoriale; ma, evidentemente le startup seguono altre logiche che a me sfuggono ancora. Nel mio mondo, infatti, “un utile elevato” diventa un problema perché ci saranno un mare di tasse da pagare, perché tasse e disponibilità finanziaria non sempre viaggiano sullo stesso binario. Ho sentito anche parlare di “Acceleratori di idee”, di investimenti con soldi pubblici per creare  Startup Innovative che però, a mio parere, si scontreranno con una burocrazia da medio evo. Forse prima di lanciare un’idea contro un muro, bisognerebbe abbattere i muri e preparare la pista dove farla atterrare. Lo sanno questi aspiranti imprenditori che le tasse sono elevate? A quanto ammontano le aliquote Irpef o Irap? Da contabile posso dire a tutti gli aspiranti startupper che avranno un socio che si prenderà il 60% dei loro guadagni, gli metterà i bastoni fra le ruote, ed al momento del bisogno sparirà. Si chiama “FISCO”. Lo sanno? Lo sai tu che leggi queste mie righe? Nelle prossime puntate di questo serial cercherò di raccontarti le sue fisse e perversioni perché è bene che impari subito a gestirlo piuttosto che a subirlo questo tuo prepotente e imprevedibile socio.

Benvenuto nel mondo reale, e sorridi che la vita è bella.

 

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3 risposte

  1. Paolo Panzeri ha detto:

    Devo essere onesto, non ho capito questo post.
    Mi spiego.. Rosanna ci dice “lo sapete che dovete pagare le tasse”? …immagino che tutti ne siano a conoscenza 🙂
    Poi, non ho capito perchè si dice che la pressione fiscale è del 60% e più ( non solo Rosanna, anche da altre parti leggo queste cose )..L’aliquota Ires ( irpef è per le persone fisiche, ma se fai una società .. le tasse le paga la società in primis ) è del 27.5% e sommando altre cosette si arriva ad una media del 40-44%.
    Possiamo discutere sul fatto che sia alto o meno, sul fatto che la Guardia di Finanza ti tratta da evasore a prescindere ( sbagliato: ti tratta da bancomat ) o altro, ma dire che in Italia la pressione fiscale è del 60% è sbagliato.

    • andrea ha detto:

      Questo è uno s-blog non il sole24Ore. Qui si esagera ma esagerando si arriva a scoprire che la realtà supera spesso l’esagerazione. E quando si parla di fisco c’è poco da meravigliarsi di scoprire cose inaspettate e del tutto irrazionali.

  2. Rosanna ha detto:

    Ai tempi della ragioneria anche a me avevano insegnato che le imposte erano un X in percentuale all’utile e come dici tu in via teoria arrivano al 40-44% e questo è il mondo dei sogni, nel mondo reale ci sono società che hanno interessi indeducibile per via calcolo del Rol e che pur chiudendo in perdita, hanno utile fiscale e saranno costretti comunque a pagare le tasse, per chi non lo sapesse chi ha degli interessi bancario elevati ed è ad un passo dal fallimento, non può detrarre gli interessi che superano un determinato calcolo, ciò significa che se hai delle difficoltà il nostro paese ti dice “prendi una pistola e suicidati”.

    Ti potrei fare mille esempi pratici, con dati alla mano e dichiarazione dei redditi presentate, da chiedersi ma come fa certa gente a continuare a vivere?

    Esempio pratico

    Utile 15.709 della quale avrebbe dovuto pagare un’imposta irpef di 3.641,00 grazie alle detrazioni dei familiari a carico paga un’imposta irpef di 917,00 questa persona ad agosto dell’anno successivo ha pagato

    917,00 che era il saldo irpef
    364,00 il primo acconto irpef
    126,00 addizionale comunale
    250,00 saldo irap
    272,00 addizionale regionale
    38,00 acconto comunale
    4.348,00 gestione separata inps
    1.739,00 acconto inps

    per un totale di 8.057,00 euro

    Conosco pure la frase ” gli acconti sono per il prossimo anno in realtà le tasse sono solo i saldi, quelle poi vengono dedotte l’anno successivo”

    la verità che una persona che ha un utile di 15.000 ed ha dovuto mantenerci una famiglia ad agosto dell’anno successivo non ha 8.000 euro da parte per pagare le tasse.

    Purtroppo i soldi non crescono negli alberi.