Gli UFO hanno i capelli bianchi eppure sono innovativi…

Oggi ho incontrato per la IV volta quelli che si prospettano essere i miei prossimi soci investitori e ti posso confermare che sono proprio degli UFO. Non sono dei giovani champion del digital, anzi, proprio non investono sul digital, inteso come ICT,; perché, è bene ricordarlo, che DIGITAL=ICT=TECNOLOGIA INFORMATICA. Hanno i capelli bianchi, una lunghissima esperienza (di successo) eppure sono degli innovatori. Hanno avuto il coraggio, tra i primi in Italia, di innovare il modo di fare venture capital. Non troppo, ma abbastanza da farne degli UFO.

Sono innovativi nel fare fundraising e nel selezionare i deal in cui investono. Quando fanno fund raising non promettono rendite stratosferiche, ma risultati sostenibili e durati. Hai letto bene: RISULTATI SOSTENIBILI E DURATURI… Non cercano hype ma solidità a lungo termine.  Sono innovativi anche nel modo in cui selezionano i deal. In particolare molti deal se li sono costruiti in casa, ovvero sono frutto delle loro stesse idee ed esperienze. Inoltre, vanno a cercarseli i deal e, quando ne trovano uno interessante, ci vogliono lavorare sopra non semplicemente leggere BP e presentazioni.

Ed ora vi racconto l’incontro che è avvenuto a Milano, in lingua italiana corrente e comprensibile. Questi extraterrestri per primo argomento hanno voluto discutere la valutazione pre-money del nostro etraveldistrictetravel district in modo da togliere dal tavolo questa mina che spesso fa saltare le trattative dopo mesi di lavoro e due diligence. Mi dichiararono le loro intenzioni il 23 dicembre quando mi comunicarono la loro volontà a proseguire, me lo hanno ridetto al telefono l’altro ieri quanto mi hanno confermato l’incontro e oggi, puntuali come un ufo svizzero hanno fatto la domanda. Insomma non mi hanno preso alla sprovvista, mi hanno dato il tempo di preparami adeguatamente ed io, infatti, sono andato su Marte e ho convinto un Marziano come loro ad accompagnarmi in questa trattativa. Si tratta del solito e sempre mitico Lorenzo Brenta, mio socio e faro in questo mondo di nebbie e loschi figuri.

Lorenzo è arrivato in ritardo all’incontro per colpa mia. Non lo avevo avvisato che fosse stato anticipato e lui, da mezzo inglese, era visibilmente contrito con loro e seccato con me. Si siede al tavolo e loro gli fanno la domanda tanto annunciata: “quanto pensate che valga la vostra iniziativa ora?”.

Lui ha piegato un po la testa, fatto un gran sorriso e con tutta calma gli ha risposto: “Andrea ed Io ci siamo confrontati su questo tema e lui vuole che sia io a dirvi che, in realtà, non ne abbiamo la minima idea.”

Silenzio e stupore. Poi ha continuato dicendo: “Noi abbiamo lavorato. Fatto degli investimenti. E vi dobbiamo aver convinto visto che siamo qui a parlare che il nostro lavoro vale qualcosa, che vale la pena che ci investiate i vostri soldi.”

Gli ufo hanno fatto cenno di acconsentire con le loro antenne e lorenzo ha continuato dicendo: “Quanto vale il nostro lavoro? I nostri investimenti? Certo, potremmo fare dei conti, tirare fuori un numero ma la verità è ora noi vogliamo condividere solo questo semplice ragionamento: noi abbiamo bisogno dei vostri soldi per dimostrare che il business possa avere successo e voi di noi per farli rendere. Vale più l’uno o l’altro? Saremo abbastanza bravi o meno bravi? Forse anche più bravi di quello che speriamo: lo vedremo nel tempo.  Allora, non perdiamo troppo tempo in conti e negoziazioni, diciamo che il nostro lavoro e impegno valgono come i vostri soldi e, a seconda dei risultati che raggiungeremo, otterremo dei premi o subiremo delle penalità”.

Altro movimento delle antenne ma non proprio di consenso. Allora Lorenzo ha concluso: “insomma questa sfida si vince insieme o si perde insieme, L’importante è stabilire dei meccanismi premianti per il merito di ciascuno. A noi per i risultati di business e a voi per il supporto finanziario (e non solo) necessario. I tecnici definiranno questi meccanismi e noi mettiamocela tutta per avere successo”.

Gli extraterresti si sono guardati negli occhi (lorenzo e suoi simili), si sono sorrisi e alla fine hanno detto: “Ne parliamo al nostro interno ma direi che il ragionamento ci piace e che vale la pena andare avanti con la stesura del BP. Tra qualche giorni vi diamo la risposta definitiva ma intanto, rivolto verso di me: tu tieni libera l’agenda che settimana prossima scriviamo l’info memo insieme”.

Ho annuito con la testa (non ho le antenne io… purtroppo) e mi sono subito messo al lavoro con uno di loro definendo l’indice dell’info memo (non sai cosa sia un info memo? Un info memorandum? Ma insomma quella montagna di parole e numeri che il più delle volte non servono a nulla se non ad essere smentiti, si chiama anche BP – business plan).

Un normale e semplicissimo indice che completeremo a quattro mani, anzi, a 2 mani e due arti non ben descrivibili visto che sono fluorescenti. Senza pitch, senza, trucchi, ne effetti speciali. Un bel documento word descrittivo e un foglio XLS con i numeri. Più veloce di cosi? Più accelerati di cosi? Più trasparenti di così? Roba da marziani appunto. Mai visto sulla terra e ancor di meno nel fantasmagorico STARTUP SHOW BUSINESS WORLD… Come è semplice l’innovazione, come è semplice essere intendersi con i marziani.

Ora vado a dormine perché nonostante siano solo le 17, sono realmente distrutto da quanto sia stato semplice e tranquillo questo incontro. Ero pronto a battere i pugni sul tavolo, ad alzarmi offeso dal tavolo per farmi rincorrere, di vedere il loro visi disgustati e invece abbiamo parlato, in tutto 15 minuti e poi  ci siamo subito messi al lavoro per un’altre oretta. Per me queste sono cose da spavento, da shock anafilattico che mi tagliano le gambe. Quindi ora vado a dormire per riprendermi o scoprire, che, in realtà questo è tutto un sogno, un miraggio frutto di qualche gioco di realtà virtuale organizzato dal nostro campione nazionale che con gli effetti speciali è proprio imbattibile.

 

andrea@elestici.com

S-blogger a tempo perso e imprenditore a tempo non retribuito.

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