Tasse al 60%? Esagerazione o realtà?

Qualcuno ha obiettato che nel mio precedente post avevo esagerato nel dire che in Italia si paga il 60% di tasse. Io sono una contabile, non una commercialista, io tengo i conti non escogito il modo di aggirare le tasse. Semplicemente dico ai miei clienti a quanto ammontano. Non sono esperta di startup in quanto nel mio mondo non esistono a meno che non si vogliano considerare startup delle nuove iniziative professionali o imprenditoriali. Io posso solo raccontarvi la storia di un piccolo operaio che stanco di lavori precari decise un giorno di aprire la partita iva. Lo possiamo chiamare un MAKER per renderlo più innovativo? Va bene, lo chiameremo Maker.

Nell’infinito mondo delle partite Iva gli imprenditori individuali solitamente si dividono in due grandi categorie i commercianti e gli artigiani. Devi sapere che un maker che voglia fare l’installatore e che si voglia iscrivere alla Camera di Commercio nella sezione speciale “artigiani” (traduzione italiana di MAKER) devono  avere determinati requisiti quali ad esempio: ,diploma di laurea, diploma abilitativo, attestato per un corso abilitativo XY, aver prestato con quella qualifica lavoro o essere stato socio di una società che faccia quel lavoro da X anni.

Può capitare che un MAKER dopo aver lavorato per anni in quel settore con contratti di lavoro atipici non riesca ad ottenere la qualifica di installatore. Esiste un’alternativa, iscriversi come piccolo imprenditore, ed avere un “preposto” che faccia da responsabile tecnico, al fine di poter rilasciare certificati di conformità. Il preposto deve essere una persona che ha i requisiti elencati sopra, deve fare il responsabile tecnico in via ESCLUSIVA (HAI LETTO BENE). Dato che l’aspirante Maker sta per uscire dal precariato e non sa se avrà lavoro non può permettersi di assumere una persona con quei requisiti, allora decide di cercare un associato in partecipazione. Provate a trovare una persona con quei requisiti disposta a fare da preposto pressoché gratis.  Deve essere una persona che non lavora e che non sia socio in altre società e che non svolga attività imprenditoriali. A volte si riesce a trovare un pensionato, nella speranza che abbia una lunga vita (almeno 6 anni) affinché l’aspirante MAKER possa maturare i requisiti.

camere di commercioDiciamo anche che lo abbia trovato questo nulla facente disposto a fare il preposto e che  l’aspirante MAKER si iscriva alla Camera di Commercio. Solitamente dopo l’iscrizione arriva un prospetto con i contributi Inps da pagare. Per chi non lo sapesse gli artigiani (MAKERS) e i commercianti pagano, ogni 4 mesi, dei contributi di circa 800,00 euro con codice AF per gli artigiani (MAKERS) e CF per i commercianti.

Teoricamente l’aspirante MAKER avrebbe dovuto pagare quelli da commerciante dato che non è ancora artigiano, come, infatti, avveniva anni fa, quando tutto era più semplice e non c’erano tutte queste limitazione. I prospetti non arrivano, allora chiamo la Camera di Commercio, mi dicono che non va scritto all’Inps, rimango sbalordita, com’è possibile? Un titolare di partita iva che non ha l’obbligo di iscriversi? Chiamo l’Inps per dei chiarimenti, mi confermano che non va iscritto, io chiedo. – “ma scusi devo lasciare una persona per 6 anni senza copertura Inps?” – Mi dicono che è così e che lui non deve lavorare nella sua azienda.

Secondo il loro ragionamento, un aspirante artigiano apre la partita iva con un preposto per togliersi dal precariato avrà i requisiti dopo 6 anni ma nel frattempo non deve svolgere nessun lavoro nella sua azienda? E i requisiti quindi la capacità di saper svolgere il lavoro come l’acquisisce? Per osmosi? Nel frattempo c’è la necessità di avere un Durc, che è quel famoso documento della regolarità contribuita, tanto cara agli imprenditori senza il quale molti lavori non possono essere svolti. Facciamo la richiesta, Inps “centrale” ci risponde con una lettera dicendo che il documento non può essere emesso perché non c’è l’iscrizione. Si presenta una situazione al limite dei confini della realtà:

  • Inps “centrale” che ci invita a regolare la posizione e di iscriverci
  • Inps “locale” che dice che non possiamo iscriverci.

Sotto insistenza alla fine è stato iscritto alla gestione separata, con lo “sfotto” di alcuni colleghi che insistono nel dire che non doveva essere fatta. Risultato paga più del doppio in contributi Inps rispetto ad un artigiano o ad un commerciante. Con un’aliquota contributiva che oscilla da 23% al 30% del reddito che sommato all’irpef diventa una somma insostenibile che raggiunge e a volte supera il 60%.  Ripeto. Io non sono una commercialista. Sono una semplice contabile del profondo SUD italia. Non me ne intendo di startup ma i conti li so fare bene purtroppo per i miei clienti MAKER e non…

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