Quando INTERNET si andava a vederlo in SMAU

Oggi è il mio compleanno e sono stato sommerso di auguri (grazie) e di insulti per il mio s-post sui conti della Fiera dei maker a Roma i cui bilanci in perdita sono ripianati con i nostri soldi. Naturalmente ci sono quelli come Gianmarco Carnovale che elogiano il lavoro di Riccardo Luna come curatore dell’evento ed io non so cosa ribattere ma visto che sono vecchio e non del tutto rincoglionito mi sono ricordato di quanto organizzavamo “PIANETA INTERNET” in SMAU.

Non sono forte con le date ma credo fosse il ’94 se non prima. Allora Inferentia era al soldo dei big player del mercato (microsoft e oracle soprattutto) che ci usavano per fare show case tecnologici grazie ai quali convincere i grossi committenti a investire in tecnologie. Noi eravamo una specie di laboratorio di prototipi. Gasperini e Fioravanti erano innamorati follemente della tecnologia tanto da spendere montagne di soldi in server e software di ogni tipo sempre all’avanguardia. Tra i nostri principali committenti, ma sarebbe meglio dire partner, vi era lo SMAU dei tempi d’oro. Quello guidato da Deotto e Gestito da Barzaghi Prima Direttore Marketing e poi Direttore Generale. In pratica noi eravamo il loro reparto di R&D e MARKETING.

Ogni anno gli portavamo decine di idee fino a quando non ne trovavamo una che li convincesse e, soprattutto, che avesse gli sponsor disposti a sostenerne i costi. Tra le tante idee portate da Enrico vi fu quella di fare “PIANETA INTERNET” una mostra su Internet, ovvero, un posto dove i visitatori dello SMAU potessero vedere Internet funzionante. Potessero provarlo. Navigare, surfare come si diceva allora.

Enrico riusci a convincerli e cosi gli Inferentini di allora, quelli veri tanto per intenderci, tra cui Kikko Fratoni, Devide Migliavacca, Luca Orlandi, Alberto Conni, Michele Massi Mauri, Nicoletta Gioffré, Nadia Perolari, Maurizio Bombara, Gabriele Ronchini etc etc (scusate se non vi cito tutti) si misero al lavoro per realizzare questa mostra in fiera. Era un’impresa titanica perché i padiglioni non erano mica cablati, si usavano dei modem da 9.600 kbit, i computer non funzionavamo mai etc etc. Eppure ci riuscirono e per anni lo replicarono fino a quando “Pianeta Internet” non diventò il padiglione più grande e visitato di SMAU. Fino a quando SMAU non divenne una manifestazione di fama europea che era capace di bloccare Milano come ora nemmeno il salone del mobile riesce più a fare.

magellanoEppure ogni anno dovevamo inventarci qualcosa di nuovo altrimenti Barzaghi mica ci dava la commessa e così ci siamo inventati “Magellano” il catalogo online della fiera consultabile anche in fiera con un’INTRANET. Altra diavoleria molto innovativa per quei tempi.  Anzi che dico, Magellano era stato inventato ben prima di pianeta internet ed era su CD, poi su rete interna e infine su Intranet e poi su Internet. Ed era anche cartaceo. Mi ricordo che cercammo invano di convincere Barzaghi e Deotto a trasformarlo in un magazine presente online tutto l’anno ma non riuscimmo nella nostra impresa. Facevano troppi soldi per spenderne anche solo un pò “senza ragione” ovvero fuori dal periodo fieristico.

Bisogna dirlo agli amici romani come Gianmarco che SMAU rendeva miliardi di lire ogni anno e non viveva cerdo di soldi pubblici. Noi, che eravamo ideatori e gestori degli eventi creati per loro ci dovevamo anche trovare gli sponsor altrimenti a pagarne le perdite saremmo stati noi e, quindi, non eravamo pagati per fare i curatori. Eravamo pagati per fare il “tira cavi”. Esagero!!! Ma sicuro facevamo anche quello anzi senza quei cavi nulla avrebbe mai funzionato.

Un anno riuscii a convincere Barzaghi a fare una “mostra” sull’ecommerce con tanto di sito funzionante che avevamo chiamato eshop.com. Era uno dei primi esempi di ecommerce con pagamento online sicuro realizzato in italia. Credo che in quei mesi comincio anche l’epopea di Banca Sella convinta da Enrico. Del progetto eshop ricordo la fatica di convincere i merchant a mettere i loro prodotti in vendita. Dovetti ricorrere a favori personali per convincere iSanti, Pioneer e altri “volontari” a provare sta roba strana, a mettere in vendita qualche trolley, un paio di HIFI e carta da regali natalizia. Erano prodotti venduti a prezzi ridicoli rispetto ai negozi: praticamente regalati e senza spese di spedizioni, ma, la gente non si fidava lo stesso. Mi toccò andare in giro per gli uffici di Inferentia a costringere i miei colleghi a comprare qualcosa. Chiamai i parenti, gli amici. Tutti mi dicevano di aver paura che gli rubassero la carta di credito… e con gran fatica riuscimmo a vendere ben 5 stereo Pioneer, 4 trolley e una decina di altri oggetti. In pratica tutta la mia famiglia e qualche amico. Uno degli HIFI me lo dovetti comprare pure io e ce l’ho ancora a casa. La sperimentazione riuscì nel senso che il pagamenti furono effettuati e ne parlarono tutti i giornali: “comprare su internet è sicuro, funziona”, era il 96? boh chi si ricorda.

Un’altra volta riusci a convincere Barzaghi a darmi uno spazio vicino alla sala stampa dello SMAU per fare uno “scherzo” ai giornalisti. Ci piazzammo un’amaca e mi ci sdraia dentro facendo finta di dormire. Sopra di me c’era un cartello con su scritto “non disturbare il dormiglione”, mi riferivo a giornalisti che che ancora ignoravano l’esistenza di Internet che allora erano tanti. Fu un successo. Tutti ne parlarono (di Internet). Barzaghi si arrabbiò un pò ma alla fine ci rise su anche lui. Sicuro Riccardo Luna non era tra quei giornalisti presenti allo Smau altrimenti avrebbe anche lui scoperto Internet una decina di anni prima di andare in wired.

Tutto questo per ricordare, sempre agli amici di Roma, che in Italia non abbiamo proprio bisogno di COPIARE o IMPORTARE format come quella dei MAKER. Basterebbe fare dei bandi, selezionare le idee migliori e dargli la possibilità di portarle al successo come fecero quelli di SMAU con Inferentia. Semplice meritocrazia, niente di più che semplice meritocrazia. Basterebbe quella per essere innovativi in Italia.

andrea@elestici.com

S-blogger a tempo perso e imprenditore a tempo non retribuito.

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