I capponi si offendono pure e chiedono i danni

bocconi sforna capponiOggi ho ricevuto la mia terza diffida da quanto faccio lo sblogger. Questa volta ne l’ha scritta, in italiano normale e comprensibile, un avvocato di un cappone sfornato dalla ben emerita Bocconi e come tutti gli altri privato di attributi riconducibili a connotati di virilità e coraggio alcuno. Pretende che io pubblichi una lettera di scuse e smentita ed io provvedo immediatamente sperando, in questo modo, di evitare conseguenze ben peggiori come, ad esempio, di essere costretto a frequentare la Bocconi anche io. Il soggetto sostiene di essersi riconosciuto in uno dei capponi appesi a testa in giù della foto introduttiva l’articolo ed anche in alcune altre descrizioni sul comportamento lavorativo di suddetti soggetti.

Speriamo che si accontenti di sentirsi dire che non si deve considerare l’unico cappone sfornato dalla Bocconi solo perché di mia conoscenza. Ne conosco veramente tanti di bocconiani, alcuni sono pure miei cari amici. Io non considero una discriminante significativa il fatto di essere o meno stati capponati. Lo so che il secondo cappone a destra pare più bianco e pulito degli altri ma io, francamente, non ci vedo una gran differenza con gli altri polli appesi a testa in giù ne ci vedo una gran differenza tra un frignone ed un altro, tra un imbucato e un altro, tra un inconcludente e un altro. Per me sono tutti sullo stesso piano che è necessariamente inclinato verso l’oblio. Il dimenticatoio, lo spiedo, la digestione e la defecazione. Che lui si senta un cappone diverso dagli altri, uno con ancora qualche piuma attaccata al culo, a me non fa ne caldo, ne freddo, come non fa, ne caldo, ne freddo, ricevere diffide. Anzi penso che ci farò un reality a loro dedicato. Lo potrei chiamare “ma che paura mi fai, ai, ai”.

In generale, e lo dico anche per quelli che mi hanno minacciato o che pensano di minacciarmi di querela, io non vedo l’ora di finire sotto processo per diffamazione. Lo dicevo anche a Stefano Quintarelli in uno scambio su facebook qualche giorno fa: preferisco di gran lunga essere accusato di diffamazione che di inconsistenza o accondiscendenza.

In italia, ti basta esprimere una qualsiasi opinione che subito offendi qualcuno o gli interessi di qualcuno e quindi ogni opinione diventa subito un fatto giudiziario e quindi molto più divertente che se restasse un fatto personale. Ed è proprio per questo che io ci trovo gusto ad offendere il ben pensare, il ragionare per stereotipi, il cercare il consenso a tutti i costi, quindi, denunciatemi pure che non vedo l’ora di finire sotto processo per i miei s-post e vedere la faccia del giudice mentre li legge e valutarne il contenuto diffamatorio per poi scoprire che, il giorno dopo, mi ha chiesto l’amicizia per essere aggiornato delle novità e farsi la sua amara risata settimanale.

Ridete gente, ridete che a piangere ci si fa solo il sangue amaro e ti si sciolgono i coglioni…

 

andrea@elestici.com

S-blogger a tempo perso e imprenditore a tempo non retribuito.

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