L’evoluzione dell’Homus Startuppus da SUPINUS (e inculatus) a ERECTUS (e solidales)

inculataOggi mi voglio cimentare in storia dell’evoluzione dell’homus startuppus a partire da quando è comparso sulla scena economica mondiale ovvero negli anni ’80 ovvero quanto in Italia e nel mondo si è ricominciato a sperare e investire nel futuro. Allora nessuno immaginava che quegli strani esseri che si chiamavano ancora imprenditori potessero un giorno diventare degli startupper erectus però è allora che ebbe inizio l’evoluzione della specie e dell’ecosistema. In quegli anni si affermarono in VENTURE CAPITAL come i dominatori della specie. Tali soggetti facendo uso dei soli soldi riuscivano ad addomesticare gli HOMUS SUPINUS che ancora pensavano che i soldi li avrebbero resi più intelligenti e competenti. Per molto tempo è stato così e ancora oggi ci sono startupper che si mettono supini come dei trogloditi degli anni ’80 e si fanno inculare dai VC come se fosse cosa naturale, e giusta.

VC vecchiNegli anni ’90 la specie fu dominata dagli INCUBATOR un’evoluzione dei VC che oltre ai soldi cominciarono ad usare uffici e servizi condivisi per dominare meglio gli Homus Startupper che cominciavano ad essere troppo numerosi e intraprendenti per pensare che si potesse soggiogarli uno ad uno. Questo modello che fa uso di vasellina e altri sistemi simili per raggiungere lo stesso scopo dei vecchi VC. Incredibile ma gli incubator sono ancora in funzione oggi e ci sono soggetti, come Francesco Inguscio, che ne vanno anche orgogliosi nonostante, almeno per ragioni anagrafiche dovrebbe essere assai più evoluti dei suoi antenati. In Italia gli incubator sono sopravvissuti  e sono ancora molto diffusi. Pare siano più di 100 e addirittura sono stati da poco censiti per legge il che dimostra quanto siano obsoleti.

qualcosatoriNegli anni 2000 sono comparsi nell’ecosistema i primi ACCELERATOR che altro non sono che Incubator più piccoli e agili e quindi molto più veloci e efficaci dei precedenti. Si tratta di gruppetti di ex consulenti o formatori disoccupati, spesso anche squattrinati ma che lavorano negli interessi dei vecchi e ancora presenti VC facendosi pagare dagli startupper. In pratica il loro scopo e di convincere ed allenare gli Homus startupper, ormai chiaramente bipedi, a mettersi supini a spalmarsi la vasellina da soli in modo che i VC possano abusarne senza resistenza e senza perdere tempo (da qui il ruolo di Accelerator). Un esempio di tali soggetti è TAG che infatti fa un sacco di soldi con la formazione agli startupper e con la vendita all’ingrosso di vasellina. Ha ragione Gianmarco Carnovale a dire che gli Accelerator sono più nuovi o moderni degli incubator ma, a mio parere, svolgono la stessa funzione dei loro predecessori. Semplicemente lo fanno in modo più rapido ed a costi minori. In alcuni casi riescono pure ad essere profittevoli.

fondi piccoliTutti questi attori (VC, Incubator e Acelerator) hanno sempre e solo avuto l’obiettivo di minimizzare il rischio di investimenti early stage e massimizzare il ritorno in caso di successo. Hanno sempre e prevalentemente fatto gli interesse propri di manager (che non rischiano nulla) e degli investitori che gli hanno affidato i loro soldi (se ci riescono, per la maggior parte nemmeno li restituiscono tutti). Questi soggetti se ne fregano di qualsiasi sia l’impatto delle loro azioni. Legittimo ma miope, infatti, in Italia (dove per fortuna i risparmi sono in gran parte in mano ad imprenditori) tali soggetti non hanno un grande successo nella raccolta di fondi e quindi fanno poco o niente di male tranne sperperare soldi e speranze (altrui).

Ma veniamo finalmente ai giorni d’oggi, in cui sempre più startupper camminano del tutto eretti, sanno comunicare e usano strumenti collaborativi ignoti agli Hominidi Supinus degli anni ’80. Oggi potremmo chiamare questi HOMUS STARTUPPER SOCIALUS in alcuni casi pure SOLIDALUS. Gente che sa comunicare e scambiarsi esperienze fatte con VC, Incubator e Accelerator (in gran parte negative). Soggetti non più isolati ma che formano vere e proprie tribù che si scambiano consigli e si aiutano a vicenda. Un esempio di questa evoluzione sono i gruppi Facebook di aiuto reciproco tra startupper che sono sicuramente tra i più animati e interessanti. Questa è la grande novità di questo decennio. chi mi amaL’Homus startupper comincia a prendere consapevolezza delle proprie doti e dei rischi dell’ecosistema circostante in cui sopravvivono e, spesso, regnano ancora VC, incubator e accelerator. Un ambiente ostile in cui, almeno in italia, i vecchi modelli nati negli anni ’80 sono sicuramente in cima alla catena alimentare mentre le startup alla base considerate meno di plancton informe.

Eppure proprio in Italia qualcosa sta nascendo proprio in un ambiente tanto ostile e minaccioso. Ad esempio cominciano a nascere associazioni di startupper gestite da startupper e gruppi Facebook gestiti da startupper come quello fondato da Sergio Berisso, sicuramente più seguito e autrevole delle voci di regime come StartupItalia! o CheFuturo.  Mancano ancora soggetti in grado di fare leva su questo patrimonio di relazioni e competenze per fare seed investing e sviluppo.

Modestia a parte credo che l’eTravelDistrict sia il primo ed unico esempio di nuovo soggetto che prende il meglio da tutti i modelli passati e nasce a misura dell’HOMUS ERECTUS attuale e non di quello SUPINUS degli anni ’80. Vediamo cosa suffraga questa mia tesi… (mica di parte.. nooo!!)

  1. opera nel mercato più ricco e competitivo al mondo, quello del travel ecommerce
  2. è stata ideato e fondato da imprenditori, startupper e investitori
  3. si tratta di una startup in tutto e per tutto (innovativa, a vocazione sociale e Benefit Company)
  4. è gestita da startupper e imprenditori con il supporto di investitori ma senza che questi possano snaturare il progetto per fare solo i propri interessi
  5. offrire ai suoi soci e partner asset veri e indispensabili per fare travel ecommerce: tecnologia, prodotto, licenze, funzioni etc
  6. Ogni partner (startupper e non) resta autonomo e indipendente ma condivide alcuni asset con l’eTravelDistrict (tecnologia, prodotto, licenze etc)
  7. Ogni socio e partner partecipa alla distribuzione dei ricavi in funzione del ruolo e dei meriti ovvero dei risultati economici raggiunti
  8. A differenza di qualsiasi altro attore (ma sarebbe meglio dire parassita) dell’ecosistema (VC, Incubator e Accelerator) non consuma risorse finanziare ne chiede equity per i propri servizi agli startupper partner; semplicemente, si affianca ad essi per fare business apportando tecnologia, prodotto e servizi retribuiti sempre e solo in revenue sharing. Infatti è un’OTA (Online Travel Agency) quindi è un attore a valore aggiunto nella filiera
  9. costruisce le condizioni per una Way Out collettiva ovvero per una quotazione come holding operativa e d’investimento
  10. A regime diventerà il principale finanziatore e investitore dei propri partner che potranno poi decidere di essere incorporati con un concambio di azioni e quindi effettuare la propria wayout in borsa.
  11. farà anche fundraising per le startup partner che abbiano bisogno di risorse finanziare extra per crescere
  12. Con i disabilitra i suoi soci vi sono professionisti disabili ed altri ne assumerà nel tempo
  13. A differenza di qualsiasi altro attore dell’ecosistema è aperto, indipendente, trasparente, meritocratico e solidale.

Senza mezza vergogna, ne falsa modestia, posso dire che l’eTravelDistrict sta cambiando il modo di fare sharing economy, travel ecommerce, startup, seed investing e way out. Insomma l’eTravelDistrict ha tutte le carte in regola per minimizzare i rischi e massimizzare i ritorni di un investimento early stage in travel ecommerce senza però riservare i ritorni maggiori ai soli investitori e fondatori ma distribuendoli in modo equo tra tutti gli attori dell’ecosistema.

investitori handicappatiInsomma se sei uno startupper del travel ecommerce sappi che da oggi puoi smetterla di camminare supino con il culo spalmato di vasellina. Puoi, invece, unirti a noi e comportati da STARTUPPER ERECTUS quale sei. E se sei un investitore che non ama il rischio e che pensa anche al’impatto sociale del fare impresa allora fatti trovare che sicuro abbiamo qualcosa di cui parlare.

Dimenticavo.. ho dato il nome di CO-EMPOWERMENT a questo nuovo modo di fare startup aiutandosi tra Homus Herectus e Investitori handicappati, licenziati o falliti…

Vuoi saperne di più sull’eTravelDistrict? Puoi visitare il nostro sito (in lavorazione)…

 

 

 

andrea@elestici.com

S-blogger a tempo perso e imprenditore a tempo non retribuito.

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