Chi parte piano va sano e va lontano…da Scontrinando a Garanteasy e ora un dream team on board

garanteasy logoStasera, finalmente, posso annunciare un risultato per me eccezionale ovvero di essere riuscito a “staffare” Garanteasy con un team di Working Investors eccezziunale veeeramente (working investors sta per “gente che ci mette i soldi ed anche il lavoro”). E posso anche iniziare anche il Garanteasy Reality e comincio subito raccontane la storia che è una di quelle che piacciono agli storyteller faciloni come Riccardo Luna: infatti Garanteasy è nata proprio da un’idea venuta in un bar. In perfetto Startup Show Business Style… un storia che i giornalisti di Startupitalia! avrebbero pubblicato in prima pagina… e non solo loro a dire il vero e lo leggerai più avanti.

Alcuni anni fa (da qui il titolo) mio fratello mi chiama per chiedermi se potevo incontrare un suo neo praticante che era intrippato con il tema delle garanzie e pensava di farci una startup. Quel praticante si chiama Stefano Chiarva e in effetti era proprio intrippato forte. Si era studiato la normativa italiana sulla garanzia a memoria ed anche quella di mezza europa e alcuni altri mercati. Alla prima telefonata mi disse una cosa a me ignota (era il 2009): “in Europa e in Italia esiste una direttiva che obbliga i negozianti a dare almeno 2 anni di garanzia sui beni venduti e nessuno lo sa. Quelli che lo sanno spesso perdono lo scontrino o se lo conservano si scolorisce”. E poi mi parla di mettere alle casse una specie di scannerino per digitalizzare gli scontrini e robe complicate di questo tipo. Io mentre lo ascolto giocherello con il mio cellulare e alla fine gli dico: “ma no stefano, troppo complicato, troppo costoso distribuire e mantenere in funzione degli aggeggi del genere. Ci  vuole qualcosa di più semplice. Tipo fare una foto con il cellulare e spedirla” e nel dirlo faccio il gesto con il mio Nokia che allora non era nemmeno smart.

EUREKA!!!

“stefano ma la foto dello scontrino valgono per come prova d’acquisto per la garanzia?” . Lui perplesso mi risponde: “può darsi fammi controllare e ti dico”. Dopo alcune ore mi richiama entusiasta e mi dice: “da nessuna parte in nessuna normativa europea c’è scritto che il consumatore deve conservare lo scontrino in originale per far valere la garanzia quindi la foto è una prova valida!!”. Felice come una pasqua gli dico: lo chiameremo “Scontrinando” e vediamo come va.

scontrinando

Stefano rompe il salvadanaio suo e di suo fratello e ci commissiona il protototipo ed un test di mercato (a noi del FastPrototypingLab). Mi metto al lavoro con Antonio Procopio,  il suo team e Carmela come stager  realizzando  il primo prototipo che prevedeva come revenue model l’archiviazione a pagamento delle foto per mezzo di mms premium delle prove d’acquisto (android stava uscendo proprio in quei giorni) e Nokia era ancora leader di mercato come anche Blackberry sebbene iphone stesse cominciando la sua scalata. Lanciamo il prototipo con un semplice comunicato stampa e finiamo intervistati in televisione e su molte testate nazionali.

rass stampa scontrinando

Un successo si potrebbe dire se si desse retta ai pettegolezzi stile Startupitalia!! Balle di Fra Giulio. Un fuoco di paglia come spesso accade nello startup show business perchè scopriamo che gli MMS premium in realtà non esistono nonostante le compagnie telefoniche dichiarino di averli tra i servizi. Non esistono piattaforme di billing adeguate se non a costi esorbitanti per una startup e quindi ci troviamo senza più revenue model sebbene con tanti utenti felice e contenti. Stefano decide ci dedicarsi al progetto e di fare anche un MBA e con l’aiuto di Jaap Kalma (nostro socio e allora anche un bel pò meno oberato di lavoro di adesso che si è dato al calcio…) e insieme ad altri comincia a studiare altri modelli di revenue, a fare interviste e incontri e alla fine scoprono che il mercato di sbocco ideale di questo progetto potrebbe essere quello assicurativo delle polizze di estensione della garanzia su base internazionale. Bisogna però cambiare nome e strategia (dobbiamo a jaap il nuovo nome). Nasce quindi Garanteasy con una vocazione consumer e tramite il nostro lab raccogliamo i soldi per fare un nuovo test di mercato.

Siamo a fine 2013. Tre anni di lavoro e test (alla faccia del fast… Ma questa è una storia vera mica come quelle che raccontano i giornalisti di StartupItalia..). Peccato che nel frattempo quelli di Principia Sgr si sono messi a boicottare Weekendagogo e noi soci pur di salvarla decidiamo di usare i fondi destinati a Garanteasy per Weekendagogo. Errore che abbiamo pagato caro. Soldi buttati, due progetti bloccati e altri due anni sprecati.

Metà 2015. Mettiamo in liquidazione weekendagogo e anche garanteasy rischia di fare la stessa fine ma Carmela ed Io non ne vogliamo sapere e ci inventiamo una value proposition BtB che funziona e agganciamo il primo maga clientone. Un anno di trattative e arriviamo ad oggi (contratto ancora non firmato, in italia è tutto così…).

Oggi entrano in società come working investors un team formidabile che solo nei miei sogni farneticanti avrei sperato di poter aggregare. Nota bene sono già passati 6 anni e ancora siamo alle fasi iniziali perché non è la velocità un buon indice di qualità a volte i tempi non sono maturi e bisogna aspettare che lo siano. Garanteasy ne è un esempio. Ed ora ti presento questo team esagerato in ordine alfabetico:

stefano chiarvaStefano Chiarva, ideatore e finanziatore, sebbene sia ormai votato alla carriera come avvocato d’affari (ha capito sulla sua pelle che a fare lo startupper non ci campa..) supporterà Garanteasy in tutti gli aspetti legali del business in particolare gestendo la mappatura delle normative in materia di garanzia in Europa e nel mondo.

derek holleyDerek Holley si occuperà della messa a punto della value proposition facendo leva sulla sua formazione da Mckinsey ma soprattutto della sua esperienza di imprenditore tra i primi al mondo ad aver fatto un call center di marketing nelle filippine. La sua startup è arrivata ad avere 10.000 dipendenti prima dell’exit che è stata fatta alcuni anni fa per “soli” 400M di dollari. Lui ora vive sei mesi a Firenze e altri sei a Berkley. Immagino che Gianmarco Carnovale si stia chiedendo cosa ci faccia uno così in Toscana invece che a Roma ma la ragione è che lui ama andare in bicicletta non ai party dello startup show business. Se gli organizzi un giro sui colli romani magari ce lo vedi pure in giro da quelle parti altrimenti lo trovi a Milano alle nostre riunioni carbonare.

carmela per garanteasyCarmela Magno. Ha seguito il progetto fin dal suo primo giorno di lavoro e non lo ha mai abbandonato anche quando sembrava spacciato. Una vera dura. Una vera startupper.

mocciGian Marco Mocci. Chi meglio di lui ci potrebbe aiutare a sviluppare la customer experience ed il potenziale CRM delle garanzie ed in generale dei servizi post vendita di beni durevoli?

paolo munariPaolo Munari.  Che dire di Lui? Un commerciale nato che ho avuto la fortuna di avere come compagno di scrivania quando ero a Milano Finanza Service ed ero costretto ad atteggiarmi a gran capo pur non contando un cazzo fritto. Avevo però la scrivania doppia ad angolo e a lui ne avevo sub-appaltato un pezzo per non stare solo. Essendo uno di grandissimo talento se ne è andato via da li ed ha fatto una meritata carrierona in finanza.

antonio procopioAntonio Procopio, con noi fin dai primi prototipi realizzati da lui e dal suo team ed ora anche socio e investitore.

luca orlandiLuca Orlandi. In nostro pazientissimo CTO.

Uffa che noia sta lista infinita ma pensa che non avrei ancora finito mi manca da citare almeno “nome cognome” di Angels For Innovation che considero l’esempio concreto e vivente di una nuova generazione di giovani investitori (milanesi aihmè…) che sta svecchiando questo mondo dominato da vecchie cariatidi miei coetanei e oltre. E poi Matteo Pomi (che magari ci scappa anche un pò di programmatic advertising..), Marco Ferrara, Marco Pavoni, Giovanni Risso, Vanpart, Tre Tre Invest  e mi fermo altrimenti  tra una settimana sarei ancora qui a presentare soci e investitori considerato che solo in FPL ne ho almeno 30 ma ho perso il conto. Se il successo di una startup potesse dipendere solo dal numero di soci sicuro Garanteasy sarebbe destinata al successo ma almeno possiamo dire che ci siamo preparati bene e con calma a raggiungerlo.

PS: quasi me ne dimenticavo… Dove pensi che abbia sede questa startup? A Roma, cuore pulsante dello Startup Show Business nostrano? A Milano, mente e guida della finanza italiana? Sbagliato!!!

A Pavia!!! Cazzo!! A Pavia!! Perché? Ma perché c’è dell’ottimo vino ed i commercialisti costano molto meno che a Milano o Roma. Insomma mi spiace per Gianmarco Carnovale ma questa è la dimostrazione che uno startup HUB unico in Italia non serve ad una beata minchia… Internet è un mercato  globale e se ci vuoi stare dentro non fa differenza da dove parti l’importante e dove arrivi (se ci arrivi..).

andrea@elestici.com

S-blogger a tempo perso e imprenditore a tempo non retribuito.

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