Tripitaly: un flop molto annunciato eppure…

Era il 29 maggio 2014 quanto a Roma (per la gioia di Carnovale) durante al Conferenza Italiana per il Turismo in una conferenza stampa con tutti i crismi ed i politici che contano fu annunciato da Confcommercio, Uvet e Digital Magics la nascita di “Tripitaly è il Portale del prodotto turistico Italia. Un punto di riferimento “made in Italy” che si rivolge al Mercato Internazionale per lo sviluppo dell’incoming nel nostro Paese e a quello Domestico per un’offerta più completa e alternativa a un viaggio all’estero”. In quell’occasione Patané, presidente di Uvet annucia: “Tripitaly.it sarà totalmente operativa e funzionante in concomitanza con Expo 2015″. Leggi il comunicato se pensi che stia raccontando balle.

iozzia che intervista PatanéCome consuetudine la stampa dello Startup Show Business non si è fatta sfuggire l’occasione per fare la sua usuale funzione di informazione critica e oggettiva ed ecco, infatti, che il direttore di EconomonyUP, tal Giovanni Iozzia, che si reca di persona in Uvet per fare da spalla a una pseudo intervista a Patané. Guardatela questa intervista e renditi conto di come funziona e che ruolo abbia la “stampa” nel creare hype solo per riuscire a vendere un pò di pubblicità a qualche inserzionista, in questo caso credo Uvet stessa. Iozzia, in realtà, non sta facendo un’intervista. Non cerca di capire quanto ci sia di vero in quello che gli viene raccontato, anzi, lo prende tutto per buono e da le imbeccate a Patané che grazie a di lui “intervistatore” può spararle grosse senza alcun contraddittorio. In questa “non intervista” si parla di anche di investitori (banche italiane, istituzioni) pronte a sostenere l’iniziativa con milioni di euro ma di questo parlerò più avanti perché è proprio su questa “buccia di banana” che è scivolato il pur scaltro e abile Patané.

Restiamo invece in tema di annunci e scopriamo che esattamente un anno dopo la conferenza stampa del 2014, a luglio 2015 su TTG sempre Patané: “Sarà online entro la fine di luglio TripItaly, la piattaforma digitale per la commercializzazione all’estero di servizi turistici per l’incoming, creata da Uvet in joint venture con Digital Magics. La piattaforma ha attirato l’interesse di alcuni grandi fondi istituzionali che faranno decollare il progetto.” e daijè con sta storia dei Fondi istituzionali ma il meglio viene dopo: “Quest’anno abbiamo investito 2 milioni di euro per lo sviluppo del progetto, creando anche un modello di business sia per il b2b sia per il b2c. L’iniziativa è finita sotto gli occhi di grandissimi fondi istituzionali che lo hanno visto come uno dei pilastri della politica turistica italiana dei prossimi anni. Investiremo – spiega ancora il manager – altri 5 milioni da oggi fino al prossimo anno in tecnologia e pensiamo che dal secondo al quinto anno investiremo fra i 30 e i 50 milioni di euro all’anno in web marketing, il miglior sistema sul b2c per portare clienti”. Anche qui non è che i giornalisti del TTG ci facciano una bella figura ma almeno non si tratta di stampa “del regime startup” ne di un’intervista. Comunque gli sarebbe bastato guardare i bilanci di Tripitaly per vedere se ci sono i 2 milioni citati o no. Secondo te ci sono? Dai non fare il boccalone.

Comunque veniamo al punto vero, parliamo dei i 30 ai 50 milioni di euro l’anno in web marketing!!! Ma dove li potranno mai trovare tutti sti soldi in Italia? Certo Uvet non è mica una startup sgangherata ma queste sono cifre da Silicon Valley non da Ecosistema Romano de Roma e nemmeno Italiano. Se li aspettavano, anzi gli erano stati “promessi” da Banca Intesa che dopo aver investito in Italo e Alitalia sperava di fare un altro bel deal con TripItaly. Lo so per fonte diretta che Banca Intesa, fondo Atlante per la precisione, li ha tenuti in ballo per mesi per non dire anni e poi i soldi a chi li ha dati per fare la stessa identica operazione? All’italianissima LastMinute.com che dalla svizzera non vede l’ora di portare milioni di turisti in Italia con i soldi di noi Italiani appunto e della nostra “banca di governo” che gli ha dato 6 milioni. Un’inezia rispetto a quanti investiti in Italo e Alitalia ma anche rispetto a quanti ne ha in cassa LastMinute.com e del tutto insignificanti rispetto a quelli che servono per fare incoming comprando traffico online ma pur sempre un’enormità rispetto ai seed che girano in Italia e nel travel ecommerce in particolare (meno di 10 deal negli ultimi anni e con cifre di ordini di grandezza inferiori e nessun round B a seguire).

Ci sono rimasti di merda gli amici di Tripitaly quando hanno letto che Banca Intesa dopo averli tirati in lungo per mesi e anni alla fine ha dato i soldi a Lastiminute invece che a loro.

intesa va in svizzeraDoppiamente male perché speravano di trovare un accordo pure con il nostro Fabio (ex nazionale ora extracomunitario – svizzero per la precisione) invece quelli si sono messi d’accordo tra di loro e li hanno lasciati al palo magari dopo essersi presa qualche buona idea sbirciando nel BP di Tripitaly. Si qualche ottima idea perché, diciamolo, che Tripitaly era ed è un’ottima idea. Aveva un management team di altissimo livello cito solo Lorenzo Baroni  ma anche gli altri non erano da meno. Tripitaly aveva una visione del prodotto Italia non banale che condivido pienamente.

Lorenzo Baroni

Lorenzo Baroni

Un idea fatta di esperienze aggregate partendo dall’offerta presente sul territorio senza passare dalla banalizzazione che operano i Tour Operator tradizionali. Banale era l’idea di fare il solito portalone all’Italia.it ma non si può pretendere troppo da chi guarda le cose stando dentro il sistema. Proprio l’idea del portalone li ha fregati perché non si può partire senza tutta la tecnologia necessaria (costosissima e sofisticatissima), senza tutto il prodotto necessario (difficilissimo da reperire tutto in una volta) ma soprattutto senza decine se non centinaia di milioni di budget da investire in Google e Facebook tax (la pubblicità se non lo avessi capito). Un solo errore e tutto è franato prima ancora di partire.

Il risultato di questa brillantissima idea, che ancora vorrei potesse avere successo e ancora vorrei si alleasse con il venerenostro etraveldistrict, è stato nullo. Solo annunci e comunicazione come, purtroppo, avviene spesso nello Startup Show Business Italiano. Lorenzo Baroni se ne andato altrove ad esprimere il suo talento e Lastiminute.com insieme alle altre OLTA (vedi Booking, Expedia, Trivago, Tripadvisor etc) hanno terreno libero in Italia dove l’unica concorrenza che trovano è quella che si fanno tra di loro quando non appartengono l’uno all’altro (vedi expedia, trivago e Tripadvisor tanto per non fare nomi). Terreno libero e pure irrorato dalle nostre Banche. Un terreno dove fare shopping e tagliare, quindi, le gambe a qualsiasi iniziativa possa dargli fastidio come era avvenuto proprio con Venere.com.

Insomma Concludo questo mio s-post ribadendo il mio invito agli amici di Digital Magic (Layla, dai, smettila di fare l’offesa) e al, mai incontrato, Patané:

“L’unione fa la forza e fallire da soli non da valore”

investitori handicappatiL’Italia ha bisogno che progetti ambiziosi come Tripitaly abbiano successo magari ridimensionati e resi meno velleitari ma pur sempre di successo. Un successo che vorrei fosse costruito in Italia e non dall’estero. Sfruttando le competenze e la creatività italiana, in italia, non chiedendo ai talenti di emigrare in Svizzera, Olanda o Inghilterra. Vorrei, infine, che l’enorme potenziale occupazionale dell’eTravel venisse sfruttato per dare lavoro in Italia a professionisti italiani (con handicap) ma anche per ridare  lavoro ai coloro che avevano creato e portato a successo Venere.com e che ora vagano dispersi. Venere.com che se fosse ancora Italiana sicuramente sarebbe un fiore all’occhiello dello sgangherato ecosistema delle startup nostrano, e romano in particolare. Città tra con gli operatori turistici più ottusi e conservatori d’Italia dove sarebbe, invece, ora di aprire un laboratorio permanente di innovazione dell’etravel. Un laboratorio in cui si lavoro invece che fare conferenze stampa e annunci come purtroppo avvenne anche per TripItaly proprio a Roma.

Insomma, sto diventando noioso, ma sono anni che dico che dobbiamo riprenderci il nostro mercato turistico e sfruttarlo per generare ricchezza e lavoro in italia invece che farcelo sfilare di mano dai soli noti e stranoti oligopolisti. Il momento è unico. Google ha appena dichiarato guerra a sti soggetti e se noi sapessimo sfruttare il momento potremmo anche uscirne vincitori o quanto meno uscirne vivi e profittevoli soppiantando sti dinosauri che l’hanno fatta da padroni negli ultimi 20 anni.

Sveglia italioti e italgeni dell’eTravel italiano è ora di fare squadra

evoluzione delle startupFacciamo come la nostra nazionale di calcio che vince proprio facendo squadra non facendo gli assist ai soliti campioni o presunti tali viziati e narcisisti. Basta startupper da prima pagina. Mettiamoci al lavoro. Al lavoro nella nostra terra per la nostra terra. Ma non facciamoci illusioni nessuno dei VC nostrani ci darà mai i soldi che ci servono. I soldi ce li daranno gli investitori privati e, per avere successo in italia, dovremo diventare noi stessi Venture Capital ma almeno…

….invece di farci i selfie…

..ci faremo i seed, da soli!!!

 

 

andrea@elestici.com

S-blogger a tempo perso e imprenditore a tempo non retribuito.

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