Hype, la startup illusionista che con un selfie ti fa sparire i soldi…
Qualche settimana fa la solita Carmela “scova stranezze” mi ha convinto a usare Hype: la startup che ti da una carta ricaricabile usando i selfie per identificarti. In effetti è stato carino ottenere la carta facendo dei semplici selfie di me stesso (senza maschera) e dei miei documenti. La promessa commerciale è altrettanto allettante: nessun costo per i prelievi ai bancomat o i pagamenti fino ad un massimo di 2.500 euro al mese. Oltre tale cifra si deve passare alla versione plus che costa comunque poco. Alla prima ricarica è andato tutto bene e anche le spese ed i prelievi non mi hanno dato problemi. Poi, illuso che sottoscrivere il servizio PLUS fosse altrettanto facile, ho iniziato a rispondere a domande più o meno demenziali esattamente come se fossi alle poste o in qualsiasi altro sportello bancario tipo “non te la vogliamo dare ma non abbiamo il coraggio di dirlo”. Dopo mezz’ora di fesserie in burocratese ho rinunciato a sottoscrivere la versione PLUS lasciando a metà il processo.
Nel frattempo ho dato disposizione per una ricarica di 750 euro. Era martedì mattina per la precisione. Il venerdì dei miei soldi ancora nessuna traccia. Chiamo incazzato il call center di PostePay convinto che fossero stati loro ad aver fatto sparire i miei soldi nel ventre molle di Cassa Depositi e Prestiti invece mi dicono che già mercoledì mattina la disposizione era andata a buon fine. Controllo e ricontrollo i dati del trasferimento nel timore di aver sbagliato l’IBAN. Era esatto. Chiamo il call center di Hype che mi dice di richiamare il lunedì mattina perché loro nel fine settimana non possono vedere le operazioni ma solo bloccare la carta. Lunedì mattina, ovvero ieri mattina, chiamo il call center Hype e mi risponde una operatrice Rumeno-Biellese qualificandosi come “Banca Sella”.
Li conosco bene quelli di Banca Sella dai tempi in cui convincemmo Pietro a fare il primo sistema di pagamento online. Eravamo nei lontani anni ’90. Gente strana i Sella. Pietro, ad esempio, si muoveva in bici ma seguito dalla scorta (in panda….). Gente seria e dal braccino corto.. insomma non certo gente dalle “mani bucate” ne dalle “mani leste…”.
Torniamo ai fatti: l’operatrice in puro accento Biello-Rumeno mi risponde che mi mi farà richiamare da un operatore di Hype. Nessuno mi richiama ma posso immaginare che l’accento non sarebbe cambiato di molto. Ricevo, invece, una mail in cui mi dicono di completare la domanda per passare alla versione PLUS. Non ci faccio caso ma, in risposta, mando una mail dal titolo piuttosto esplicito:
“CHE FINE HANNO FATTO I MIEI SOLDI?”
Mi rispondono dopo un’ora con queste parole degne di una banda di truffatori russi:
“Gentile Cliente, ti informiamo che il tuo bonifico di 750¿ è stato messo in sospeso finche viene conclusa la pratica di HYPE PLUS. Per concluderla, clicca sul seguente link”…
Si hai letto bene. Mi hanno risposto che si sarebbero tenuti i miei soldi fino a quando non avessi completato la domanda per il servizio a pagamento.. Non so tu, ma io questo comportamento non me lo aspettavo da parte di una start-up che si spaccia per innovvattiva (le doppie mi piacciono abbondanti) per di più supportata da una Banca come Sella che tra le prime si è lanciata su Internet. Ho cominciato ad indagare ed ho letto sul loro sito il loro motto: “money is just a tool”. Efficace ma si sono dimenticati di aggiungere un paio di aggettivi:
“YOUR money is just OUR tool”.
Insomma tu gli dai dei soldi e loro ne fanno l’uso che gli pare per tutto il tempo che gli pare e piace. Bel modo di fare innovazione. Mi pare si chiami fintech, o moneynapping, o qualcosa del genere. Non ricordo. E’ un pò che non seguo più le cronache dello startup show business e mi devo essere perso qualche nuova sigla inventata dagli storiteller per illuderci che pure le banche siano diventate diverse da quello che sono sempre state: organizzazioni di appropriazione legale di denaro altrui. Che si chiamino Sella o Hype sempre di banche di tratta quindi la prossima volta che pensi di mandare un selfie ad una di esse ricordati che potrebbe costarti molto caro… molto caro…
Ore 17.00 mi hanno appena comunicato che i miei soldi sono stati rilasciati senza pagare alcun riscatto… Nel farlo i loro rapitori non si sono dimenticati di minacciare ritorsioni qualora avessi pubblicato le loro comunicazioni… A me piacciono le minacce. Mi piacciono le denunce ed anche fare i dispetti quindi pubblico subito anche questa loro mail.
Comunque l’app di Hype è e resta una figata megagalattica e sicuramente continuerò ad usarla sebbene facendo più attenzione ad evitare rapimenti e scomparse… Evviva l’innovazione. Evviva lo startup show business e tutte le sue derivate.
PS. Messaggio per Antonio di Hype, che mi sta cercando al telefono per spiegarmi il disguido: Ci sentiamo domani mattina. Parola di boy scout (non lo sono mai stato). Ora sono da un cliente e devo darmi un contegno da consulente serio. Mica posso fargli sapere che mi sono fatto rapire 750 euro come un pivello. Ho una reputazione da difendere. Spero comprenderai.
PPS… domani completerò anche la domanda per il servizio PLUS e farò domanda anche per i miei figli a cui è piaciuta moltissimo la loro APP.
Insomma tutto è bene quel che finisce bene. A domani la prossima puntata.
21-dicembre il giorno dopo. Lunga e cordiale conversazione con Antonio Valitutti “head of Hype” che da buon capo che da il buon esempio; infatti mi ha chiesto scusa per l’errore commesso dalla neo assunta Rumeno-Biellese. La sparizione è dovuta al fatto che con la versione base della carta non posso ricevere versamenti superiori ai 500 euro giornalieri ed il mio era di 750 euro. Alcune Banche, vedi caso i cari amici di Banca Intesa, sono capaci di addebitare 15 euro al cliente per il trattamento di un bonifico rifiutato e così la procedura prevede di chiamare subito il cliente per avvisarlo e capire come volesse procedere. Antonio sostiene che la chiamata mi fu fatta mercoledi 14 (io ero impegnato a smontare una scala… e avevo il telefono spento) dimenticandosi però di richiamarmi in seguito fino al giorno in cui ho mandato la mia mail in cui chiedevo ragione della sparizione. Insomma come si sul dire “un errore umano” per nulla imputabile al sistema bancario e tanto meno al comune amico Pietro Sella. Antonio a tal riguardo ci ha tenuto veramente tanto a cercare di convincermi a cancellare il mio inciso su Pietro ma io non l’ho fatto. Ho stima di Pietro e sono convinto possa stare allo scherzo. Ho però cambiato un pochino il testo per renderlo meno “pungente…”. Antonio mi ha anche riempito di complimenti per il mio stile di scrittura. Insomma ho il culo che mi brucia ma, in realtà, abbiamo passato circa un ora a parlare di business e possibili collaborazioni tra le nostre startup. In effetti ce ne sono molte e chissà che non decida ci farci incu… anche noi a Biella…. O che noi si vada li a …… loro…. ah aha una bella orgetta…
il 7 dicembre 2017.. quasi un anno dopo.. tante parole e tanto lavoro (da parte nostra) per nulla. Solo chiacchiere e riunioni inutili che ci hanno lasciato l’amara sensazione di essere stati presi in giro ed anche di aver regalato qualche buona idea e soluzione che presto vedremo su Hype. Purtroppo con noi startupper succede spesso così. Per farti apprezzare sei costretto a regalare know how senza nemmeno sentirti dire grazie e, in questo caso, no grazie visto che a distanza di mesi ancora siamo in attesa di una risposta definitiva alle nostre varie proposte. L’italia va così, c’è chi gioca a fare lo statupper con lo stipendio sicuro e regolare da bancario e chi invece lo startupper lo fa sulla propria pelle e con i propri soldi. Un italia va così, ed i Bancari si fingono pure amici delle startup con programmi di accelerazione. Ma si accelerassero al loro interno invece di venire a fare i professorini con noi imprenditori veri.
PPS. la carta Hype la uso regolarmente e funziona.
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