Peccato che gli startupper (italiani) non sempre sappiano aiutarsi tra loro

Si parla spesso dell’ecosistema delle startup e di tutti gli attori, più o meno necessari, che ne fanno parte. Io sono convinto che se gli startupper si aiutassero tra di loro invece che farsi aiut/incul-are dai cosiddetti “qualcosatori” ci sarebbero molte più startup di successo e meno ciarlatani in giro eppure in Italia le cose non vanno proprio così almeno per quanto ho potuto constatare io in questi ultimi 6-7 anni. Lo so che verrò smentito da molti ma io racconto i fatti miei e questi lo sono.qualcosatori

io mi considero un uomo di partnership. Lo sono sempre stato e con un certo successo fin dai tempi di Inferentia che abbiamo salvato e poi quotato proprio grazie alla partnership con Marco Benatti. Più di recente però, ovvero da quanto mi sono rimesso a fare lo startupper le cose non sono andate proprio altrettanto bene ed ora ti racconto alcuni casi concreti.

Nel 2010 avevamo appena prototipato Scontrinando e conobbi Alessandro Palmieri a Bologna che aveva appena fondato DoveConviene copiando l’idea da dei siti teschi (sua candida dichiarazione). Alessandro è un tipo molto smart e mi è piaciuto subito e gli ho chiesto se potevamo fare un  partnership tra Scontrinando e DoveConviene ma lui mi ha risposto di no perchè DoveConviene non aveva nulla da guadagnarci essendo molto più avviata di Scontrinando. Quando furono finanzianti da Principia come anche noi di Weekendagogo provammo nuovamente ad approcciarli ma senza successo. Inutile continuare, la loro fama di spocchiosi li precede e non c’è bisogno di altre conferme.

Tra il 2010 ed il 2013 ho bazzicato spesso gli uffici di Volagratis a Milano in via Melzo perché li aveva sede anche la società di uno dei miei soci storici Antonio Procopio. C’erano almeno 5 o sei startup in incubazione in quegli spazi oltre alle nostre eppure con nessuna riuscii a fare alcuna partnership sostanziale. Anzi ricordo, invece, che gli amici di Volagratis mi “rubarono” il mio CTO facendogli un offerta di lavoro da una volta nella vita. Anche Antonio si prodigava e ancora, ogni tanto, ci prova a far fare business tra le sue partecipate (credo ne abbia una quindicina) ma che io sappia non gli è mai riuscito. Forse ora ci stiamo riuscendo ma di questo racconterò un’altra volta. A scanso di equivoci quelli di Volagratis, intesi come Marco Corradino e Fabio Cannovale, sono gente con cui a volte si possono fare delle partnership. Con Marco più che con Fabio ma almeno Fabio te lo dice subito se gli interessa o no ciò che fai.

squalo-gentileSempre in quegli anni ho partecipato alla fondazione dell’Associazione Startup Turismo ad opera di due (tuttora) mie soci, Stefano Ceci e, soprattutto, Pietro Ferraris. Ho creduto moltissimo al potenziale di quell’associazione che a differenza di Italian Startup era veramente nata da startupper e per di più dello stesso settore. L’ho anche difesa dai gratuiti attacchi del solito Iozzia, degno direttore di EconomyUp. Con loro ero convinto si potesse fare un ecosistema di startupper per startupper. Nulla da fare. me ne sono andato via sbattendo la porta quando ho capito che l’associazione, in realtà, non avrebbe mai fatto nulla di concreto in termini di business se non ottenere degli spazi gratuiti in alcune fiere di settore. In quel contesto ho provato senza successo a fare accordi con quasi tutte le startup presenti con alcune lodevoli eccezioni. Prima di tutto va detto che Pietro è proprio uno con cui si possono fare partnership ed è un vero peccato che ora si sia venduto lavoro per l’orco del mercato. Altra lodevolissima eccezione è stata la collaborazione con Alessandro Petazzi di Musement con il quale tutto è andato liscio e insieme abbiamo avviato una sperimentazione con edreams. Anche altre startup si unirono a noi in questa sperimentazione per la precisione FindyourItaly di Andrea Monti ed AroundFamily di Giovanni Franchini. In questo caso, si può dire, che era più facile raggiungere un accordo offrendo alle startup la possibilità di mettere in vendita i loro prodotti su edreams eppure non credere che tutti ne fossero felici. Alcuni hanno provato a fare accordi diretti altri ci hanno semplicemente snobbato o fatto perdere tempo. Tra quelli con cui ogni possibilità di partnership vera è naufragata pur essendo soci (lo siamo tutt’ora) c’era Pecora Verde di Francesco Errico, con lui tante parole ma nulla di concreto anzi richieste di esclusive e stronzate varie ma, soprattutto, tanti pettegolezzi alle mie spalle.

scavarsi la fossaNel contesto dell’eTravelDistrict ho anche cercato di mettere insieme Domenico Sarleti di TripDoggy e Marco Fabris di Tripfordog. Sembravano fatti per mettersi insieme e fare delle due startup una sola iniziativa invece nulla da fare. Un vero peccato perché Marco è uno con cui si fanno delle ottime partnership ed è una persona che appena può ti da una mano. Ora lo sto aiutando a far fare il botto con la sua iniziativa ma soprattutto cerco di evitargli di mettersi in società gente poco seria nel proprio business e che, non a caso, si vanta pure di aver cenato con Berlusconi (Silvio).

tra-startupperalcuni mesi or sono avevo dichiarato come cosa fatta la partnership con ThingleMe fondata da Carlo Alberto Degli Atti invece a distanza di un anno non se ne è fatto nulla. Mille scuse e promesse ma nulla di fatto eppure erano stati loro a dirci che avrebbero voluto integrare tra i loro servizi a valore aggiunto esattamente ciò che fa Garanteasy senza sapere che fosse “roba mia”.

Avendo oltre 60 soci e tra essi molti investitori e Business Angel mi risulta “facile” agganciare qualche startup in cui abbiano investito con la speranza di poter fare qualche buona partnership. Ultimamente ci ho provato con Pierluigi Casolari di checkbonus. Un disastro nonostante sia lampante la sinergia con Garanteasy.  Pierluigi infatti prima non ha capito che non eravamo e non siamo concorrenti e poi si è pure offeso perché gli facevo notare che più di un suo socio si era lamentato con me del fatto che lui non pare essere uno capace di fare partnership (e affari). Mi ha anche diffidato dal scriverlo e dirlo in giro.

Insomma, dopo questa lunga e parziale casistica una morale ci dovrà pur essere? A mio parere è questa: non importa se due startup abbiano business complementari o concorrenziali. Si può sempre fare una partnership vantaggiosa per entrambi, BASTA VOLERLO! quindi il segreto di una buona partnership è trovare l’interlocutore giusto perché…

Le partnership si fanno tra persone, non tra società o startup che si vogliano chiamare,

e sono le persone che le fanno funzionare, non i contratti. 

PS. se per qualsiasi ragione volessi fare una partnership con Garanteasy o l’etraveldistrict non esitare a contattarmi.  Io un vaffanculo non lo nego a nessuno.. 🙂

 

andrea@elestici.com

S-blogger a tempo perso e imprenditore a tempo non retribuito.

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