Chi paga un influencer è un troglodita del marketing

Pagare un influencer è come pagare una escort o uno gigolò per fare sesso fingendo di avere un orgasmo. Solo chi non è capace di conquistare una donna o un uomo possono rivolgersi a questo tipo di mercenari ed anche in ambito marketing succede lo stesso ultimamente. Invece di creare campagne degne di successo o contenuti degni di essere condivisi i markettari di nuova generazione preferiscono pagare gli influencer. Che squallore. Che miseria, Che mancanza di idee. Guarda caso i più grandi utilizzatori di questo tipo di canali chi sono se non proprio i trogloditi del marketing? Ovvero i brand della moda. Aziende in cui il marketing non serve ad un beato cazzo di nulla. gigolo Aziende dove non ha senso fare ricerche di mercato. Dove l’unica cosa che conta è essere creativi e saper intercettare il gusto dei potenziali clienti o imporre una nuova moda. Nulla di più lontano dal marketing che invece si basa su analisi, indagini e test.

Che siano i modaioli a usare e pagare gli influencer, ad invitarli alle loro sfilate ed eventi come una volta invitavano le star hollywoddiane non mi meraviglia ma che ora siano anche le altre aziende a farlo mi fa veramente pena. Eppure Oliviero Toscani ha fatto storia con le sue campagne per Benetton. Ve lo ricordate quanto fece la campagna con le foto dei condannati a morte in USA? Pensate che sia per solidarietà? Per senso etico del business? Ma dai prova a chiedere ad uno dei tanti fornitori di Benetton che sono falliti a causa dei loro contratti capestro e svegliati. Lo hanno fatto solo perché non si potevano permettere una campagna pubblicitaria in USA. benetton-in-usaNon avevano abbastanza budget per ingaggiare una agenzia e pianificare una campagna e allora hanno colpito il ventre molle dell’america con un messaggio contro corrente e si sono fatti conoscere a gratis grazie allo scandalo che hanno provocato. Dei geni, dei veri geni della comunicazione non del marketing cazzo. Il marketing è un’altra cosa e non si applica alle aziende di moda e non serve. Mio padre me lo disse molti anni fa ed aveva ragione.

vacchi-che-ballaE poi ve li siete visti sti influencer? Per la maggior parte sono creativi incapaci, modelle mancate, cuochi che non sanno cucinare, consulenti che non sanno fare problem solving, ballerini tanto improvvisati quanto sfrenati. Una manica di esibizionisti che credono che essere stravaganti e arroganti li renda auterevoli. Delle brutte copie di Sgarbi che almeno di arte classica ne capisce qualcosa (sul resto proprio no). Dei narcisisti che sono disposti a vendere la propria immagine o tastiera al miglior offerente senza farsi alcuno scrupolo di coscienza o legale. Gentaglia che non meriterebbe nemmeno di essere presa in considerazione da professionisti seri del marketing.

mio-padreInvece il marketing è diventato roba da salotto di cui tutti si sentono esperti e capaci di fare la differenza. Il successo del digitale ha reso markettari anche gente come me che di marketing vero non ne sa nulla.  Ora chiunque abbia un account google analytics si crede un analista di mercato e subito dopo comincia a sparare cazzate fino a diventare pure un influencer. Chiunque usi facebook più di 4 ore al giorno dopo un pò comincia a spacciarsi per social marketer, chiunque non abbia il pudore di farsi una foto ose e postarla, prima o poi, diventa un istagrammer e poi si spaccia per influencer esperto di cura dell’immagine. Ma fin qui siamo nello zoo delle patologie umane comprensibili. drink-cokeCiò che resta del tutto incomprensibile è che ci siano aziende e agenzie che ingaggiano sti squilibrati incompetenti per fare pubblicità occulta ai loro prodotti esattamente come faceva la CocaCola negli anni 50 mettendo fotogrammi pubblicitari all’interno dei film. O come facevano le aziende produttrici di sigarette pagando i produttori ed i registi perché inquadrassero gli attori mentre fumavano.

Sta gente priva di idee e che probabilmente vende roba inutile e indifferenziabile se potesse pagherebbe il tuo medico per farti un bel lavaggio del cervello a favore dei propri consumi. Per innestarti nel cervello un microchip che stimoli gli acquisti dei loro prodotti. Insomma sta gente si comporta come i trogloditi che per conquistarti una donna la prendevano per i capelli o a clavate sulla testa.

Va beh, ho finito. Scusa lo sfogo, ma stamattina qualcuno mi ha dato dell’influencer e mi sono offeso da morire.

 

andrea@elestici.com

S-blogger a tempo perso e imprenditore a tempo non retribuito.

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