S-profile di Rudy Bandiera

SI PRESENTA COSI (su linkedin): Sono un docente, un giornalista ma soprattutto amo essere un blogger: racconto storie in digitale, faccio quello che quelli bravi chiamano “storytelling” su ogni cosa che abbia un valore da raccontare.
Ho tenuto lezioni e seminari a IED, Ca’ Foscari a Venezia, Alma Mater a Bologna, all’Università di Ferrara e sono consulente per l’Università IUSVE, a Venezia e Verona, in “teorie e tecniche di digital public relation”. Come relatore ho preso parte a decine di eventi di portata nazionale, dal Teatro Brancaccio a Roma fino al teatro Dal Verme a Milano. Ho inoltre presentato eventi ufficiali Google in Italia come Going Google e decine di altri.
Sono il socio fondatore di NetPropaganda, un’agenzia che si occupa di accompagnare aziende e privati a creare la propria identità nel mondo digitale e a fare business, ovviamente.
Il mio blog RudyBandiera.com è considerato tra i 50 più influenti in Italia in senso assoluto e tra i primi 15 nel settore costume e società (fonte Teads Labs aprile 2015).
Potendo contare su di un bacino social di oltre 84 mila follower (vedi immagine su RudyBandiera.com, se ti va) sono stato indicato da Wired fra i 50 italiani da seguire su Twitter.
A giugno 2014 è uscito il mio libro “Rischi e opportunità del Web 3.0”, che si è subito collocato ai primi posti di vendite su Amazon e nel maggio 2015 “Le 42 Leggi universali del digital carisma” in cui spiego la fusione tra la vita digitale e reale come forma di comunicazione del futuro.
Sono ferrarese da sempre, nel tempo libero leggo, non mi muovo e mi nutro di grassi saturi.

LA MIA OPINIONE SU DI LUI:

Ho conosciuto Rudy nel 2013 quando era ancora indeciso se fare il consulente o il personaggio. Come consulente era a dir poco “improvvisato” e spaesato soprattutto con un cliente come me che di consulenza se ne intende. Da personaggio era ancora “imbarazzato” ma di gran talento. Umile, divertente auto ironico (tranne che sul suo profilo Linkedin che dubito abbia scritto lui se non l’ultima riga). Sorpreso lui stesso del proprio, ancora iniziale, successo.

Ho partecipato come sponsor anche ad un Twitter Award da lui organizzato prima che questa premiazione finisse in vacca come lo stesso Twitter (giustamante a mio parere). Mi divertii moltissimo e non è facile rendere divertente una premiazione ma Rudy ci riusci benissimo e sono sicuro ne sia ancora capace.

Come formatore/praticone è ottimo. Come formatore/teorico è penoso. Di marketing o comunicazione non ne sa un cazzo fritto ma è un ottimo comunicatore lui stesso. Di innovazione parla soltanto e, infatti, non ne ha mai fatta in vita sua se non sul piano personale riuscendo a diventare un guru del “personal branding” che è come dire guru del “famo il simpatico a tutti”. Lui, peró, è sinceramente simpatico e, a conferma, ti racconto un fatto inventato (o vero?): un anno fa uno dei miei figli, suo fan, ha scoperto che avevo in rubrica il numero di cellulare di Rudy e lo ha chiamato attacandogli una pezza sulla playstaion ed i giochi da lui preferiti. La cosa è andata avanti per vari giorni fino a quando non ho scoperto e sgridato mio figlio scusandomi con Rudy. Lui non si era mai lamentato ne aveva smesso di rispondere a mio figlio. Non è da lui essere sgarbato. Rudy proprio non è uno s-blogger, lui è, a pieno titolo, un blogger. Eppure pensare a lui come ad uno dei 50 blogger più influenti in assoluto in Italia mi lascia perplesso ma non preoccupato. Rudy non è uno che possa fare danni. Non è un Beppe Grillo né un disonesto. Dice e fa quello che pensa sia giusto fare con convinzione e non farebbe mai male ad una mosca. Si fa pagare come una puttana d’alto bordo ma non per questo ti passa l’AIDS.

Insomma, Rudy, è un influencer innocuo, al massimo è un chimerico esempio da seguire. Una speranza per quelli che non vogliono rassegnarsi ad una vita o ad un lavoro che non gli piace. Lui, ad esempio, faceva l’operaio in un altoforno e, giustamente lo dice con orgoglio. Magari gli influencer italiani fossero tutti limpidi e tolleranti come lui.

Ogni tanto fakizzo qualche suo post e lui credo non si arrabbi, anzi ci scherzi pure sopra. Questa è la sua forza. Metterla sul ridere sempre. In questo modo evita di dover rendere conto delle sue lacune professionali e nello stesso tempo mette a KO i suoi censori o critici. A ben pensarci lui è esattamente il mio contrario ed è per questo che mi è tanto simpatico e lo invidio pure.

Lui credo abbia tanti amici e simpatizzanti come io nemici e antipatizzanti. Anzi, a ben pensarci, io devo averne assi di più di lui solo che non li ho mai contati ne mi risulta esistano social in cui si possano contare gli antipatizzanti. Lui ha fatto tutto ciò che va fatto per farsi un “personal branding” ed io, invece, sto facendo di tutto per sputtanare la reputazione che mi ero creato in 30 anni di duro lavoro come pioniere di Internet e del WEB poi. Di sicuro io ho nemici giurati assai più potenti dei suoi più entusiasti fan. Gente veramente pericolosa che certo se mi incontrasse in un vicolo non mi chiederebbe di fare un selfie come accade a lui (almeno a giudicare dalla sua bacheca).

Insomma come finire questo S-profile? Auguro a Rudy ogni gioia e successo ma spero di non diventare mai come lui: un imbonitore, buono, gentile e simpatico. Ci tengo troppo alla mia neo reputazione di s-blogger che solo a pronunciarlo come nome ti fa venire il mal di stomaco.

PS: ma chi gli ha fatto la foto della copertina del suo libro? Falsa come Giuda. Rudy è uno che ti guarda sempre in faccia mica di traverso. Ti guarda dritto negli occhi e ti fa sorridere. Ma forse c’è una spiegazione… stava passando una tettona e gli è sfuggito lo sguardo proprio nell’attimo in cui è stato fatto lo scatto… Approposito, che tu sappia Rudy ha ancora la pagina dedicato a questo genere femminile su Pinterest? Che sia questo il segreto del suo successo?… Lo avrà scritto nel suo libro?

PPS comunque quando penso a lui non riesco a non pensare alle Sorelle Bandiera e sorridere… Loro, come lui ora, erano veramente uno spasso. Magari ora anche loro fanno le consulenti di “persoanl branding e digital marketing”…

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PPPS. a fine luglio 2017 Rudy mi ha bannato dai suoi contatti e fonti ben informate mi riferiscono che abbia annunciato la sua epurazione con il solito post pieno di buon senso in cui dava consigli sul perché e chi bannare dai propri contatti. Io evidentemente rientravo tra questi stalker. Pazienza.

andrea@elestici.com

S-blogger a tempo perso e imprenditore a tempo non retribuito.

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