Storia vera di un disgraziato (del sud) che ha 3 VC nella sua startup…
Mi capita spesso di esser contattato da startupper che vogliono che racconti la loro storia di disgrazie e sfighe per causa di investitori o presunti tali. Io non lo faccio se non posso verificare di persona che la storia non sia inventata o distorta (voglio avere il privilegio di farlo per primo). E, visto che non ho tempo di fare l’investigatore anti-investitori, non pubblico quasi mai tali storie. Oggi ho deciso di fare un’eccezione perché questa storia è da manuale.
Esiste un povero disgraziato che vive realmente nel profondo SUD italia (non come quelli del falso sud di cui ho già scritto), un sud talmente sud che non ci si arriva se non con i barconi dei trafficanti o le betoniere dei rapitori… Un sud talmente sud che ha più impiegati statali del resto d’Italia. Un sud che esporta mafia in tutto il mondo e importa droga a volontà.
Insomma questo disgraziato è un terrore vero ed è pure riuscito ad inventarsi un macchinario rivoluzionario che rende trasportabili su un furgoncino o in aereo l’equivalente di una fabbrica di migliaia di metri cubi. Roba solida non digital. Roba che si tocca per davvero e mica su un touch screen… Roba “brick&mortar” (come si diceva una volta). Sto disgraziato l’ha brevettata e si è pure fatto finanziare da ben 3 VC Italiani, ovvero da quasi tutti i VC nostrani che, si sa, si contano sulle dita di una mano…
Un genio dell’ingegneria e del fund raising. Uno che, in Italia, non si era mai visto prima. Uno che ha ben tre VC nel suo capitale e altrettanti nel suo CDA sarà stato intervistato da Iozzia almeno cento volte immagino (visto di leggere stronzate non ho tempo).. E chissa come se lo contendono i PR dello startup show business per averlo ai loro eventi acchiappa allocchi?… Ebbene sto genio mi scrive e mi racconta tra le altre cose che evito di riportare per pietà (non vorrei rovinargli la reputazione del genio): ”
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