Ottieni un finanziamento regionale e finisci in galera….

Ho sempre pensato che, per una startup, ottenere un finanziamento pubblico fosse una maledizione invece che un’opportunità e questa storia (che riporto integralmente) lo dimostra a pieno. I finanziamenti pubblici sono fatti per dare lavoro a consulenti e funzionari non certo per agevolare gli imprenditori infatti senza un consulente che sappia districarsi nei vicoli di questi bandi non li ottieni e nemmeno li puoi gestire. avvocatiFrancamente, però, che oltre ad un consulente esperto in burocratese non pensavo fosse necessario ingaggiare anche un team di avvocati composto almeno da un penalista ed un amministrativista ma questa storia mi ha fatto cambiare idea. Ed ora la parola a Emanuela:

nel 2012 ho – insieme a 4 soci – vinto un finanziamento a fondo perduto (del valore di 120k euro) che provincia di Trento erogava per progetti di innovazione. Il progetto era/è (ormai è comatoso) un software per l’organizzazione di viaggi, l’acquisto di titoli di trasporto per qualsiasi mezzo del mondo, e il controllo a bordo mezzi. La startup che ne è nata è MOBIREV srl: ha svolto ogni attività prevista dal bando, aderendo al 100% a quanto previsto da esso. Non e’ la mia parola a dirlo ma abbiamo avuto un controllo incrociato costante da parte di Trentino sviluppo e di un tutor segnalato dalla Provincia di TN stessa (Stefano Milani di Blossom). 

DOPO la realizzazione di tutto il progetto, la sua sperimentazione su Ferrovie Nord – Trenord nella tratta milano-malpensa, e la chiusura del progetto informatico – pronti quindi per la commercializzazione – Provincia di TN ci comunica l’intento di ritirarci il finanziamento. Pare infatti che al controllo di rito (eseguito solo su due aziende su 100 finanziate), la società che ci ha controllato abbia trovato nel mio socio (che subito dopo quell’incontro e’ anche uscito dalla compagine societaria, peraltro) un comportamento “strano”, e una sede (avevamo individuato il coworking di Manifatture Tabacchi in Rovereto, e in quei giorni stavamo definendo il contratto con IMPACT HUB trentino (che ci sarebbe stato piu’ vantaggioso, facendo parte di un network mondiale a differenza di Progetto Manifattura) poco consona, soprattutto perché mancavano i riferimenti ad un uso quotidiano. Il mio socio tra l’altro si era presentato direttamente con la valigetta come se in realtà non lavorasse li. 

Quindi: la sede “sottoutilizzata” o “poco utilizzata” e’ stata la pietra della discordia.

Provincia di TN ha deciso di ritirarci il finanziamento: ritenendola una cosa assurda ho fatto ricorso presso il tribunale civile, quando al mese di marzo 2016 abbiamo portato tutto il materiale probatorio presso la sede del tribunale di TN, la Provincia ha immediatamente valutato di fare un esposto in GdF per TRUFFA AGGRAVATA AI DANNI DELLO STATO. Immediato sequestro del mio conto corrente personale, di quello della mia socia (nel frattempo tutti e 3 gli altri soci erano usciti, approfittando dell’uscita del primo), del mio 1/6 della casa di mia madre e cosi via. La situazione è aggravata da un mutuo pari a circa 36 mila euro che abbiamo acceso con Unicredit perché il bando non garantiva il rimborso dell’IVA.
Il PM di COMO – dove è iscritto il reato perché il conto corrente (essendo io e la mia socia entrambe comasche) era acceso in Unicredit Como probabilmente proseguirà nel caso, anche se l’operatore che abbiamo incontrato _ Polizia Giudiziaria mi pare _ per l’interrogatorio ci ha detto che dalla documentazione si vede benissimo che al massimo noi i soldi ce li abbiamo messi, di sicuro non presi, che è l’applicazione pratica del verbo TRUFFARE.
Puoi immaginare il mio stato d’animo. Ero una ragazza carina, intelligente e piena di speranze, ora sono piena di rughe e prendo le pastiglie per la pressione alta. E sopratutto non ho armi.
Ho capito infatti che i due avvocati sia il penalista che il civilista, per nulla si intendono della questione in atto. Non capiscono di innovazione, non sanno come spiegare la questione del ” non potevo essere seduta in sede a Trento, senno come facevo a essere presso i clienti? le aziende di trasporto pubblico sono una per provincia!”. Insomma. Mi sembra di non riuscire a uscirne senza una condanna. Non so davvero come fare.”
Incredibile ma talmente vero che ho chiesto ad uno studio di avvocati di ben 200 professionisti di valutare la cosa e dirmi se potevano esserle di aiuto ed ecco cosa mi hanno risposto: ” i nostri penalisti e amministrativisti non sono abbastanza esperti e qualificati per assistere in modo adeguato e veloce la Start-uppista. Dovrebbero studiare la materia senza conoscerla abbastanza” e, aggiungo io, la parcella sarebbe troppo salata…
mi su terunInsomma la morale è che per uno startupper onesto è molto meglio stare alla larga da qualsiasi forma di finanziamento pubblico (diretto o indiretto che sia). Questi finanziamenti sono fatti per dare lavoro e soldi agli amici e agli amici degli amici, non certo per aiutare l’innovazione o il fare impresa. Se penso a quante startup del nord hanno IMPUNEMENTE fatto finta di trasferirsi in Sardegna o in Campania per ottenere i soldi destinati agli imprenditori di quelle regioni come posso non provare rabbia? Una RABBIA ATROCE.
Ma lo scopo vero di questo mio s-post è di fare un appello ai tanti mentor, facilitaror, accelleratori e guru dello startup show business:
“PER FAVORE AIUTATE EMANUELA”
Emanuala Donetti (esiste veramente)

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andrea@elestici.com

S-blogger a tempo perso e imprenditore a tempo non retribuito.

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