Backtowork24: iniziati bene, finiti male

La prima volta che ho sentito parlare di BTW è stato nel 2012 da Francesco Mantegazzini, eravano alla prima edizione della Fiera delle Startup che si svolse nel cortile assolato della sede de ilSole24ore. Un caldo infernale. Francesco era ancora il responsabile dei progetti innovativi del gruppo e investor relator forse anche qualcos’altro. Mi parlò di BTW  in toni entusiastici e, in effetti, aveva ragione.  Era ottima l’idea di rimettere in contatto manager con esperienze ma che avevano perso il lavoro con PMI in cerca di soci operativi ed investitori. Geniale idea ad alto potenziale e impatto. Mi presentò l’AD di BTW che mi fece un’impressione pessima, ricordo solo il modo di fare da ex boiardo (veniva da Fiera Milano ovvero dal peggio del peggio in termini di boiardaggine meneghina) ma provai comunque a scambiare due parole con lui considerato che il nostro FastprototypingLab poteva essere un buon partner di BTW. Nulla, non se ne fece nulla proprio. Il tipo mi ascoltava girato di lato e a volte mi mandava delle occhiate dall’alto in basso forse perché lui era in giacca e cravatta ed io in maglietta (di weekendagogo se non ricordo male). Un tipo perfettamente in target con la mission di BTW, ottima scelta direi. Da allora non ho avuto più nulla a che fare con loro per anni se non incontrare, ogni tanto, startup o PMI scontente e convinte di essere state raggirate con promesse mirabolanti e risultati pressoché nulli. Parlai anche con dei loro affiliati di Roma di cui non ricordo il nome ma anche con loro non se ne fece nulla in quanto gli avevamo chiesto di dimostrarci di essere in grado di portarci clienti prima ancora che investitori.

La spiegazione di questa situazione me la sono data “intervistando” qualcuna di questa startup e PMI scontente e, soprattutto, qualcuno che conoscesse bene i meccanismi decisionali di BTW di cui non posso fare il nome (a volte mi capita di essere riservato). Ebbene ciò che è successo è di una banalità sconfortante. I manager di BTW sono stati messi sotto pressione dalla capogruppo (ilSOle24ore che è messa malino, tutti lo sanno) per raggiungere risultati economici migliori (più utili o, quantomeno, più ricavi non so) ed loro non hanno trovato di meglio da fare che taglieggiare le startup. In che modo? chiedendo loro di pagare per un servizio inutile come assestment, scrivere infomemorandum, provare pithc o roba simile per la modica cifra di 3.000 euro. Soldi upfront per un lavoro che viene fatto, per la maggior parte dei casi, da stagisti o poco più. Ti convincono a spendere questi soldi promettendoti incontri con gli investitori o presunti tali. Per la maggior parte dei casi più che di investitori si tratta di gente capitata li per caso (se ti chiama ilSole24ore non vai?) o alla ricerca di un’opportunità di lavoro o ritorno al lavoro. Gli investitori veri, quelli, hanno già capito l’aria che tira da quelle parti e non si fanno proprio più vedere se non per dare il contentino o per buona educazione (ilSole24Ore è sempre il principale quotidiano finanziario italiano e non conviene farselo nemico).

Nel mucchio di startup e PMI, capita anche che ne trovino qualcuna di valida. E’ un fatto statistico, nulla a che fare con processi meritocratici le startup, infatti, vengono contattate sistematicamente da uno degli innumerevoli procacciatori di cui si avvalgono; procacciatori che, forti del brand “ilSOle24Ore”, ne abbindolano di ogni tipo, fattura e valore. Anche noi di Garanteasy siamo stato contattati non più tardi di un mese fa con una mail in cui ci dicevamo che di averci selezionato… ma quale selezione? Semplicemente ci provano con tutte le startup e PMI di cui trovano traccia da qualche parte. Con il risultato che, si sono sputtanati almeno agli occhi di gente come me che non è proprio di primo pelo. Gli abbiamo risposto che non eravamo interessati a pagare nulla e la conversazione è finita li.

Ormai quelli di BTW si sono fatti una fama da venditori di spazzole ed, infatti mi risulta che gran parte dei nostri soci non li stimino come interlocutori degni di considerazione ad eccezione, credo, del solo Marco Bicocchi Pichi. Lui, però, è un caso da manuale di buonista a tutti i costi. Se così non fosse, non avrebbe mai potuto fare il presidente di ItalianStartup e sopportare di avere al suo fianco certa gente che definire boiardo riciclato è un complimento. Certo che siamo messi proprio male in Italia pure nello startupshowbusiness ci ritroviamo circondati da parassiti di ogni tipo e provenienza nonostante di soldi ne girino pochissimi (che finiscono però in tasca di tutti tranne che degli startupper). Approposito: nel catalogo di fuffa marchiata BTW non poteva mancare l’Open Innovation che è diventata la gallina dalle uova d’ora per tutti i big/small player dell’ecosistema che ormai vivono solo di questo. Sempre la stessa storia che raccontano incubatori, accceleratori e simili, cominciano con il promettere e poi finiscono tutti a raccogliere per se, lasciando le startup con le pezze al culo.

E con questo mio s-post mi sono bruciato i ponti pure con quelli backtowork24 e tutto il gruppo a seguire. Nessun pentimento. Sono un darwinista convinto e credo nella selezione naturale quindi, se vuoi diventare socio in Garanteasy devi superare una selezione durissima perché fare impresa in Italia è ancora più dura e noi non vogliamo soci investitori onesti, trasparenti, che non sappiano lottare con noi e, soprattutto, andare oltre le convenzioni e le apparenze. Non hai queste caratteristiche? Sicuro BTW ha qualche deal da proporti…

URCA VACCA ho appena scoperto che sti fenomeni si prendono il 5% dalla startup e un altro 5% dagli investitori per un totale del 10% roba da mercato delle vacche. A ben pensarci, e a scoprire ste cose, ci sarebbe da istituire il reato di “circonvenzione di startupper”.

 

andrea@elestici.com

S-blogger a tempo perso e imprenditore a tempo non retribuito.

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