I PECORONI-CAPRONI dell’equity crowd funding

Sono un fan  dell’equity crowd funding della prima ora. Lo può testimoniare Matteo Piras che invitai ad incontrare i nostri soci per parlare di ECF prima ancora che fosse autorizzato dalla Consob. Weekendagogo era stata da loro selezionata come una delle primissime startup da mettere in raccolta; ci saremmo pure riusciti se quei dinosauri di Principia Sgr non ce lo avessero impedito per ragioni del tutto pretestuose e inconsistenti come loro solito. Eravamo pronti a lanciare la raccolta anche per l’EtravelDistrict ma questa volta fu colpa dei soci fondatori se non lo facemmo. Pure con Garanteasy, nel 2017, eravamo ad un click dall’iniziare la campagna ma i ritardi e l’inconcludenza di BPM fecero saltare l’operazione all’ultimo minuto ed è proprio qui che voglio entrare nel vivo del tema. quello dei PECORONI.

Ho intervistato vari gestori o referenti di portali di equity crowd funding e tutti, dico tutti, prima ancora di valutare il BP ti chiedono che pre-commitment possiamo garantire alla campagna; ovvero, quanti soldi abbiamo già raccolto e che possiamo far finta di aver raccolto online in modo da lanciare la campagna e, quindi, raccogliere i soldi dei PECORONI. Il meccanismo è rodatissimo, in pratica si fa in modo che la raccolta della soglia minima (sotto la quale dovresti restituire i soldi) sia già garantita prima ancora di iniziare la campagna e si lascia al mercato solo la parte extra che di fatto diventa “grasso che cola”, o visto il tema “lana a gogo”.

A me questo modo di fare raccolta fa ribrezzo; ma devo confessare che l’anno scorso ci eravamo pure attrezzati per farlo. Per fortuna quelli di BPM che prevedeva un loro ruolo di prestito ponte hanno fatto saltare l’operazione e così, ora, ho la coscienza a posto. Anche Gianmarco Carnovale mi ha confermato che questa è la prassi, non solo mi ha rivelato che anche la valutazione pre-money è stabilita in questo modo. Dal momento che c’è già qualcuno disposto ad investire a quel valore allora anche per gli altri deve andare bene. Non importa se ciò sia frutto di reale negoziazione o di accordi sotto banco con l’investitore di turno che garantisce il pre-commitment, tanto ciò che conta è che faccia effetto sui PECORONI.

In questi settimane ci abbiamo provato nuovamente a fare una campagna con il super leader del settore (tanto per non tediare il gentilissimo Matteo Piras) ed abbiamo messo queste tre condizioni:

  1. non garantiamo pre-commitment
  2. taglio minimo d’investimento 25k
  3. valutazione pari a 2 volte l’ebitda atteso a 3 anni

Risultato? Tornate quanto sarete meglio preparati… ovvero…. quando sarete in grado di convincere i PECORONI

Ed ora parliamo un pò di questi PECORONI. Non ne conosco molti, anzi, in realtà ne conosco solo uno che si chiama Paolo Chioda.

Paolo Chioda

Lui ci contattò l’anno scorso su Facebook perché gli era giunta voce che avremmo fatto la campagna e voleva saperne di più. Visto che eravamo realmente pronti al lancio, gli mandammo esattamente la stessa documentazione che avremmo pubblicato sul portale da li a giorni (illusi). Lui se la studio tutta, ci telefonò ci fece un sacco di domante e poi ci disse che avrebbe sicuramente investito appena avessimo pubblicato la campagna. Dopo un paio di settimane quelli di BPM, che ci avevamo fatto promesse e attendere mesi, a luglio inoltrato fecerò saltare il tutto e noi dovemmo andare di fretta dal Notaio per rifare la delibera di AUCAP e far versare i soldi in modo normale. Per scrupolo chiamai anche Paolo che, senza mai averci nemmeno incontrato, decise di investire 25k. Mi ricordo che eravamo davanti alla Borsa di Milano a fare gli accattoni e quando misi giù il telefono dissi a Carmela con tono incredulo: “questo qui dice che verserà 25K domani”. La cosa incredibile fu che lo fece realmente!!! Ed ora Paolo è uno dei nostri soci più attenti. Quello che per primo analizza i nostri piani e la valutazioni. Quello che ci chiama almeno una volta al mese per sapere come va ed incoraggiarci.

Allora mi chiedo: sono tutti come Paolo i PECORONI dell’equity crowd funding?  O lui è solo un CAPRONE? uno che decide di testa (bella dura) sua dove investire senza far caso ai giochini delle false sottoscrizioni? E mi chiedo ancora: quanti altri Paolo ci sono in giro che vengono trattati da PECORONI invece che da CAPRONI? Io sono convinto che siamo molti e che siano anche stufi di essere trattati da PECORONI invece che da CAPRONI.

CAPRONI dell’equity crowd funding ribellatevi.

Muflonate anche voi insieme a Paolo e smettetela di credere alla bufala delle sottoscrizioni veloci come il vento. Sono tutto pilotate!!!

BEEE, BEEE, BEEE

andrea@elestici.com

S-blogger a tempo perso e imprenditore a tempo non retribuito.

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