MUSEMENT: wow!! Un’EXIT senza CLOSE!!!

Mercoledì scorso (12 settembre)  ho ricevuto un messaggio da Alessandro Petazzi che non sentivo oramai da anni che mi chiedeva di poterci incontrare a Milano “per raccontarti alcune cose su Musement che magari potrebbero interessarti”. Gli ho risposto che, per fortuna, non mi occupavo più di etravel ma che lo avrei rivisto lo stesso volentieri. Ieri ci siamo visti per un aperitivo e mi ha raccontato che aveva appena firmato la cessione di Musement a TUI. Gli ho risposto: “E’ per questo che mi volevi incontrare?

Ma lo sai che per me ogni EXIT è un funerale?” e lui, serafico: “certo che lo so perché alcuni anni fa quando eravamo proprio all’inizio di Musement lessi un tuo s-post in cui raccontavi che fine avesse fatto Venere e quante persona di valore avessero perso il lavoro a causa delle politiche di M&A di Expedia.”

Mentre mi diceva queste cose ho cominciato a pensare che a causa di quel s-post non sono mai riuscito a convincere Strekelj ad investire in Weekendagogo nonostante mi avesse detto fosse l’unica idea che potesse veramente scalare nell’etravel che avesse visto dai tempi di Venere. Sempre a causa di quello s-post a Luglio avevo ricevuto le bonarie critiche di un nostro nuovo socio che mi rimproverava di avere un talento da giornalista (in effetti questo stesso s-posto me lo sono ritrovato citato come fonte in un articolo vero dedicato a questa storiaccia ) e, quindi, di essere un pericolo per il suo sistema di relazione fatto di profilo basso e quasi invisibilità. Nuovo socio che proprio per timore dei miei s-post non ha poi più voluto essere coinvolto in azioni di fund raising.

Da notare il sottotitolo di questo pezzo d’altro giornalismo d’incliesta… loro si mente gli oltre 200 dipendenti?..

Quella storia tragica (che nulla ha che fare con le fregnacce raccontate da startupitalia ben un anno dopo di me) aveva anche ispirato la nascita di ITUP e poi dell’etraveldistrict. Progetti di sistema che avrebbero dato una risposta alla mancanza totale di una politica dell’etravel made in italy. Progetti a cui aveva aderito Musement e che se avessero potuto partire avrebbero forse anche reso inutile vendere anche Musement alla solita multinazionale estera impoverendo ulteriormente il miserevole panorama Italiano ormai ridotto a prodotto venduto da tutti tranne che dagli operatori italiani. Se quei miopi di Fondo Italiano ci avessero dato retta e sostenuto invece di preoccuparsi di “differenziare il rischio” Musement sarebbe rimasta italiana e insieme ad essa ne sarebbero nate molte altre. Musement ci aveva seguito anche nel progetto dell’etraveldistrict partecipando pure agli incontri in Netcomm che invece di sostenerci pensò bene di appropiarsi delll’idea presentandola come loro, di Amadeus e Edreams senza considerare che dominio e tecnologia erano in realtà nostre… Insomma quante storie intrecciate in un solo s-post ma torniamo al racconto di Alessandro.

“Ti sembrerà strano – continua – ma la storia di come è finita Venere ha ispirato molte delle nostre scelte e ci siamo sempre detti noi soci fondatori che non avremmo permesso che ai nostri collaboratori succedesse ciò che è successo ai dipendenti di Venere. Quando abbiamo incontrato i responsabili M&A di Expedia e Booking abbiamo subito capito che avremmo fatto proprio quella stessa fine. Ci trattavano con superiorità e non facevano altro che dirci che la loro tecnologia era la migliore, che i loro esperti erano i migliori, che loro erano già sulla nostra stessa strada e prima o poi ci avrebbero superato. Invece con TUI è stata tutta un’altra storia. Ci hanno detto subito che ci avrebbero dato in mano lo sviluppo di tutto il loro business digital nell’experience che, anzi, ci avrebbero aiutato a crescere portando i loro clienti”.

A quel punto gli ho chiesto: “ma voi soci fondatori che intenzione avete? Andarvene in giro in barca o rimanere operativi?”. Alessandro mi ha risposto senza esitazioni: “assolutamente rimanere operativi. Infatti ci hanno già approvato un piano di assunzioni di oltre 50 persone e noi non vediamo l’ora di cominciare a fare le selezioni perché vogliamo fargli vedere, a quegli arroganti di Getyourguide, Exepedia e Booking, chi diventerà il leader mondiale delle experience…”

Senza parole, sono rimasto senza parole ma con una gioia triste nel cuore. La gioia di aver contribuito ad evitare che tante persone perdessero il lavoro solo per fare ricchi altri 4 startupper. Tristezza perché comunque ho sempre avuto stima di Streakelj e non è stata del tutto colpa sua se venere è stata acquisita da Expedia e poi chiusa. Loro ci avevano pure provato a farla comprare da Federalberghi… Tristezza perché se quelli di Fondo Italiano ne capissero qualcosa di strategie digital e di etravel la smetterebbero di fare soldi ai soli noti VC generalisti e comincerebbero a finanziarie progetti di VC con logiche industriali che poi sono gli unici che possono realmente portare valore all’economia di un paese e non solo agli investitori.

Mentre Alessandro accompagnava Carmela e me verso la stazione a prendere l’ultimo treno per bologna (che poi abbiamo anche perso) gli ho fatto la fatidica domanda? E con i tuoi investitori come ti sei trovato?

Suspance….

Alessandro mi ha sorriso e mi ha risposto dicendomi “Io sono un democristiano e cerco sempre il compromesso ma devo dire che, con il senno di poi, forse non lo rifarei. Ho passato più tempo a cercare di mettere d’accordo investitore 1, investitore 2, 3 e 4 e poi socio 1, socio 2 e 3 che a fare business. Comunque è già un successo che non siamo finiti ad azzuffarci e che alla fine siamo riusciti a dare un futuro di crescita a Musement” Ci siamo lasciati con questo “non lo rifarei” e la promessa di andarli a trovare nei loro uffici in Corvetto dove la sera prima avevano festeggiato tutti insieme la cessione a TUI.

Evviva Musement!!!

Evviva lo straniero!!!

Povera Italia dell’etravel (e non solo)!!!

 

Ricevo da Alessandro via wapp: “scusami, solo una cosa di cui mi sono accorto rileggendo il tuo pezzo (eh già, l’ho riletto, ho di queste perversioni ?) – tutto vero ovviamente visto che ce lo siamo detto , ma sul tema ‘ho dovuto passare tanto tempo a mediare…’ mi riferivo al processo m&a, non alla vita di musement in generale, anche perché oggettivamente i fondi non sono mai entrati nell’operativita’ (non so se è un bene o un male ma è cosi) quindi c’era anche poco da mediare ?. La parte che mi ha esaurito e che sn contento sia finita è stata quella del processo negoziale recente, messa così sembra che ‘non rifarei musement’ o che abbiamo litigato x 5 anni e non è quel che intendevo”

andrea@elestici.com

S-blogger a tempo perso e imprenditore a tempo non retribuito.

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