Global startup program per aspiranti geni… con prototipo NON FUNZIONANTE

Per dare un’idea concreta del pressapochismo con cui è stato gestito questo programma per aiutare le startup italiane a diventare unicorni tra le 61 presenti in aula a Milano ve ne una il cui fondatore dichiara di aver inventato il modo di generare energia elettrica con moto perpetuo e di aver pure fatto un prototipo NON FUNZIONANTE che pesa 200 kg e chiede aiuto all’ICE per andare in Silicon Valley a mettere a punto il proprio progetto. Mi ha fatto piacere scoprire, grazie all’ICE, che in Italia vi sia un novello Leonardo da Vinci o Nicola Tesla ma metterlo nella stessa aula con chi modestamente vorrebbe semplicemente fare business con ICE all’estero mi pare a dir poco bizzarro e del tutto confusionario.

E’ stato sicuramente interessante incontrare altri imprenditori e scambiarci esperienze ed aspettative ma francamente non ho capito perché ci abbiamo costretto a stare in aula 6 giorni per elaborare una sorta di presentazione della nostra missione estera. Richiesta legittima da parte di ICE se non fosse che mettendo sullo stesso piano e nella stessa aula 61 soggetti tra cui aspiranti geni in fase pre-idea e startup in fase di roll out non poteva che succedere l’inevitabile, ovvero: il NULLA. Chi era già pronto ha fatto copia incolla, gli altri faranno le notti in bianco per consegnare quanto richiesto entro il prossimo 28 maggio oppure si inventeranno qualcos’altro…

Durante la giornata di ieri è anche venuto un funzionario dell’ICE per rispondere alle nostre domande e candidamente ci ha detto che stanno improvvisando non essendo esperti in questo tipo di iniziative. Legittimo, seppur assurdo ma possibile che non siano nemmeno stati capaci di prendersi come consulente uno che ne capisse qualcosa? Ce ne sono decine di guru ovunque. Possibile che alla Casaleggio non avessero nessuno da suggerire? E poi perché non si sono rivolti agli stessi (Asso Camere Estero) che nel 2016 hanno organizzato proprio per l’ICE il “Bando per la selezione di start-up innovative per percorso di sviluppo internazionale” che mi risulta abbia soddisfatto pienamente chi vi ha partecipato (20 startup)? Ho guardato il processo seguito e mi pare adeguato e ben strutturato. Ci voleva tanto a replicarlo?

Infine una nota riguardo le date di partenza e la poca chiarezza sui soggetti che dovrebbero incubarci. Nel Bando vi era scritto che le partenze sarebbero avvenute tra luglio ed ottobre ieri ci hanno, invece, comunicato che si aspettano che noi tutti si sia pronti a partire a luglio con rientro entro ottobre perché i fondi vanno spesi entro fine anno. Mi permetto di far loro notare che i “clienti” del Bando siamo noi e che siamo noi a dover trovare il momento migliore per mandare all’estero una Key People per non dire un founder. Alcuni, vedi startup del turismo, in quel periodo sono in altissima stagione. E poi tutti, dico tutti quelli che hanno degli investitori a cui rendere conto o comunque un business avviato o in avviamento devono poter valutare se ciò che proporranno gli incubatori servirà loro o no. Se mandare 3 mesi una key people li genererà valore oppure no. A quelli dell’ICE sembrerà strano alla maggior parte di noi startupper non interessa andare all’estero “a gratis” ma capire se ciò genererà valore oppure no. Valore per le nostre startup ed i nostri investitori. Risparmiare 30k non cambiano il destino di una startup ma perdere tre mesi potrebbero fare la differenza.

La gran parte delle startup presenti a Milano sono state “classificate” come ICT ovvero come “non so che cazzo facciano ma è roba informatica” ma per noi che ci siamo in mezzo non è la stessa cosa andare in un incubatore fintech piuttosto che retailtech o medtech. E non è nemmeno la stessa cosa andare a Manchester o Londra. Non è la stessa cosa andare a New York, Boston o San Francisco eppure per l’ICE pare sia tutto lo stesso. Ed è veramente stranissimo per noi ICT dover constatare che l’ICE non considera Israele (la startup nation dell’ICT) una meta interessante dove andare a farsi incubare. Forse che Israele è troppo simile all’Italia per dimensione, location e clima? Forse che Israele ha fatto ciò che i nostri governanti dovrebbero fare per aiutarci ad avere successo? O semplicemente gli incubatori Israeliani le startup da incubare se le scelgono loro?

Francamente non riesco più a considerare la cosa divertente e comincio a preoccuparmi di associare il nome di Garanteasy a questa iniziativa ma voglio sperare nel colpo di coda finale e che quando ci comunicheranno il nome dell’incubatore ed il suo programma avremo finalmente l’opportunità di creare valore per la nostra impresa.

andrea@elestici.com

S-blogger a tempo perso e imprenditore a tempo non retribuito.

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