A proposito dei sistemi informativi ospedalieri lombardi…

Mia madre, vispa e brillante 85 enne, vive da 20 anni sulle colline piacentine in Emilia Romagna (lo so che anche tu pensi che Piacenza sia una provincia Lombarda ma, ancora, non lo è diventata).

Da una paio di anni, mia madre, è in cura presso l’Ospedale Niguarda di Milano perché li possiamo assisterla con più facilità. I Medici sono ottimi, le strutture modernissime e ben tenute. Ciò che fa impressione di quell’ospedale è l’organizzazione, i sistemi informativi in particolare.

Ogni reparto ha un suo sistema informatico con relativa anagrafica pazienti con il risultato che a distanza di oltre 20 anni dal trasferimento in Emilia Romagna, mia Madre, risulta ancora residente in Lombardia.

Ad essere preciso, in tutti i reparti dove mia madre fa esami o cure regolarmente, e ha chiesto INSISTENTEMENTE l’aggiornamento dell’anagrafica, risulta residente in Emilia Romagna; mentre negli altri ancora no; infatti, mercoledì scorso l’hanno chiamata per una visita in un “nuovo reparto” e, immancabilmente, risultava Lombarda ed è stato inutile cercare di convincere del contrario l’addetta che le stava fissando l’appuntamento.

Questa lunga premessa per raccontare la situazione paradossale in cui si trova ora. Alcuni giorni fa, in uno dei reparti in cui è in cura le hanno effettuato un test sieriologico da cui è emerso che ha sviluppato gli anticorpi al Covid; quindi, le hanno subito effettuato il tampone molecolare per verificare se fosse ancora infettiva oppure no.

Passano i giorni e nessuno si fa vivo ne mia madre riceve l’esito sulla sua cartella sanitaria elettronica o via email (lei è una di quelle che il PC ed il cellulare lo sanno usare benissimo) quindi comincia a mandare email ed e a chiamare per sapere l’esito. Nulla da fare, non glielo vogliono comunicare perché risulta residente il Emilia Romagna. Incredibilmente il sistema informativo in cui è stato registrato il risultato del tampone ha il dato anagrafico corretto e, per questo, lei non può ritirare l’esito fatto in  un ospedale lombardo. Questo sostengono i burocrati dell’ospedale. E nemmeno possono vedere l’esito i medici lombardi che lo hanno richiesto, perché lei non li può autorizzare a trattare i propri dati sanitari.

Perché non può autorizzare i propri medici a trattamento i propri dati sanitari? Ovvio, perché residente in altra regione!!!

Geniale!!! Lampante esempio di sovranismo regionale!

A questo punto c’è da chiedersi se il risultato del tampone fatto a mia madre sarà tra quelli che la Regione Lombardia, settimana scorsa, ha trasmesso all’ISS, oppure no? Chissà se abbia contribuito a far andare, ingiustamente, in zona rossa la Regione??!! Chissa se tra i casi poi rettificati ci sia anche l’esito del tampone di mia madre?

E quanti altri casi analoghi ci saranno stati nei mesi scorsi? Quanti pazienti conteggiati 2 o 3 volte come positivi/negativi solo perché in cura in più reparti?

Quanti positivi in alcuni reparti e negativi in altri?

Quanti hanno continuato a circolare liberamente senza aver avuto l’esito del tampone in quanto residenti in altre regioni come mia madre?

Tutto questo perché nel 2021 esistono ancora sistemi informativi ospedalieri che non sono in grado di normalizzare le proprie anagrafiche semplicemente usando il codice fiscale come identificativo unico.

Nel 2021, in Lombardia!

Complimenti!!!

Complimenti alle tante società informatiche, tutte rigorosamente legale alla Compagnia delle Opere, che hanno fatto questo capolavoro negli ultimi vent’anni. Una best practice nazionale di cui leghisti, forzisti e ciellini possono ben andar fieri.

PS: mia madre, 85 enne, il Covid lo ebbe realmente a marzo del 2020. Fu curata a casa dal suo medico di base senza nemmeno ricorrere all’ossigeno (in Emilia Romagna esistono ancora e si prendono cura delle persone a domicilio). Tutto questo nei sistemi informativi lombardi non risulta… sono convinti che sia ancora una 65enne che vive a Segrate e che, ora, li stia facendo la quarantena.

PPS: nei sistemi informativi del Niguarda non risulta nemmeno che a luglio in chirurgia le avevano già fatto tamponi che erano risultati positivi proprio per conseguenza dell’infezione. E non risulta nemmeno che già allora si fece la quarantena dopo di cui risultò negativa e operabile. E no!! quella li non era mia madre. Quella li, che si era ammalata di Covid, era ancora la 65-enne residente a Segrate. Lei si che ha potuto sapere gli esiti dei propri tamponi essendo a tutti gli effetti lombarda e forse anche Italiana.

andrea@elestici.com

S-blogger a tempo perso e imprenditore a tempo non retribuito.

Potrebbero interessarti anche...