Sono la CLOACA dello Startup Show Business Italiano

Dopo aver ricevuto l’ennesima richiesta di call da parte di uno startupper in cerca di conforto, sfogo o aiuto mi sono reso conto di essere diventato la cloaca dello startup show business italiano. A me arrivano molte delle scorie di questo sistema fatto di annunci, eventi, premi e poco, pochissimo business e ancor meno investimenti degni di nota. Sono una cloaca maleodorante e fastidiosa ma necessaria considerato il numero di persone che mi contatta.

Mi capita spesso, infatti, di raccogliere gli sfoghi di startupper che si rivolgono a me per raccontarmi le loro esperienze o chiedermi un consiglio. Per fortuna sono meno di un tempo però ci sono ancora oggi e alle mie orecchie, o sulle mie chat, arrivano racconti da non crederci. Advisor che chiedono il 20% di commissione sul capitale raccolto, altri che vogliono equity solo per metterci la faccia. Incubatori che fanno finta d’investire; ma, in realtà, ti vendono i loro servizi e lo startupper ci deve pure pagare l’iva (i capitali sono esent’iva mentre le fatture no) oltre all’equity. Mentor improvvisati e incompetenti che fanno danni, Investitori che in realtà altro non sono che consulenti a caccia di clienti o, peggio, investitori che costringono le startup ad assumere manager inutili, ingaggiare consulenti o fornitori strapagati. Ed, ancor peggio, pagare se stessi pur senza alcun ruolo operativo. Insomma me ne raccontano di ogni.

Ultimamente mi hanno raccontato dell’attitudine, dichiarata e ostentata, di Enrico Pandian di copiare le idee di business altrui (lui sostiene siano solo quelle USA degne di essere copiate). Peccato che ci abbia preso la mano e mi dicono abbia ampliato il raggio d’azione anche alle idee nate di italiani forse anche grazie al suo StartupGym o Geek non ricordo bene. Me lo raccontano, a volte ci credo, a volte no. Nel caso di Enrico non me ne meraviglio ne scandalizzo. Proviene dalla scuola di Marco Benatti (mi ex socio) che era un maestro in materia. La spregiudicatezza nel business e spesso considerata una dote soprattutto in Italia. Berlusconi docet. Ed Enrico lo dichiara ai quattro venti che lui fa soldi non startup. Come a dire che per lui le startup e chi le idea sono solo il modo per fare soldi e, deduco io, quello più rapido è sempre preferibile a qualsiasi altro. Stimo Enrico ed a lui debbo anche alcuni favori. Lo trovo simpatico, smart e capace ma non so se lo vorrei come socio. Ci dovrei pensare bene e comunque lasciar decidere Carmela che su queste cose non sbaglia mai. Quello che mi raccontano di negativo su di lui non mi meraviglia ne scandalizza più di tanto perché chi si rivolge a lui con un’idea penso dovrebbe ben sapere di correre il rischio che lui la copi o che l’abbia già copiata da qualche startup estera. Non indago più di tanto, al limite faccio qualche commento acido su un suo post ma la cosa finisce con un pò di polemica con lui. Ieri, a dire il vero, l’ho messo in contatto con uno startupper che era rimasto scottato dal suo modo di fare (se la vedranno tra di loro). Altri che mi hanno contattato oggi; ma non ci tengono a chiarire un bel niente e sono “sereni”.

Quando, invece, mi raccontano cose assurde come quella dell’advisor che chiede il 20% o quello che chiede il 10% di equity in cambio di “best effort and my face” mi faccio mostrare la proposta o il contratto e, a quel punto, mi tocca arrendermi all’evidenza con grande tristezza (e fa pure rima) perché sta gente fa veramente dei danni incalcolabili a tutti. Una volta ci scrivevo anche dei post ma poi ho smesso di farlo perché scrivere è un’attività che mi porta via un sacco di energie che a me servono per portare avanti il business di Garanteasy. Ultimamente mi limito a fare commenti su Linkedin. Mi distraggo un po’ e poi riprendo a lavorare. Oggi mi permetto questo lusso perché sono in pausa treno per un’oretta.

Gianmarco Carnovale cerca di convincermi a non fare nomi, a non attaccare le persone ma di attaccare solo i comportamenti, che questo mio modo di fare mi squalifica. Mi rende “poco credibile”. Ci ho riflettuto su e, in realtà, credo di essere una fonte “incredibile”, ovvero, a cui non si può credere senza farsi prendere dallo sconforto. Quindi i suoi amici giornalisti che non mi considerano “credibile” è probabile siano “giornalisti” che non possono o non debbono andare troppo a fondo dei problemi perché, altrimenti, saprebbero bene quanto fosse “incredibile” Cassandra

Sono talmente incredibile e inconfessabile che ricevo spesso messaggi del tipo “beh non è cambiato molto in 6 anni, giusto? ti likerei tutti i post ma sto parlando con vari VC italiani e conoscendoli non vorrei creare antipatie in questa fase. “ ed anche di persona molti super pesi massimi dell’ecosistema mi hanno confessato di essere d’accordo con quanto scrivo ma di non poterlo dichiarare pubblicamente per timore di ritorsioni o non so cos’altro.


Destino ci ogni cloaca, tutti la usano, tutti ne apprezzano la funzione d’uso ma nessuno se ne vanta. Pazienza, mi ci sono abituato e tutto sommato mi sta bene perché così posso lavorare in santa pace a casa mia e cercare di estratte qualcosa di buono da tutta questa merda

andrea@elestici.com

S-blogger a tempo perso e imprenditore a tempo non retribuito.

Potrebbero interessarti anche...