CURRICULUM VITAE (in attesa di Mortis)

Andrea ElesticiUn giorno ho letto un commento che mi ha illuminato in cui si diceva questa frase: “bisognerebbe sostituire i CV con delle biografia e finalmente si assumerebbero persone e non solo lavoratori”. Per me questo commento è stato una folgorazione.  Per anni ho cercato di far stare in un CV la mia biografia e mi sono sempre sentito come uno che cerca di fare stare un elefante in una 500. Ogni tentativo mi faceva orrore e mi dava un insanabile senso di claustrofofia.

Ho quindi deciso di scrivere la mia biografia al posto del curriculun e chi se ne frega se gli Head Hunter mi scarteranno tanto io il lavoro me lo sono sempre dovuto inventare il più delle volte improvvisando.

0-19 anni
nebbia segrateLa mia biografia non può che partire dal luogo di nascita, ovvero Milano, primo genito di due fratelli maschi. Io però, sono cresciuto a Segrate che non era il ricco comune dell’interland Milanese reso famoso da Berlusconi. Era un postaccio in mezzo alla nebbia raggiungibile da milano senza radar. La cassanese (ora a 6 corsie) allora era una strada stretta con i fossi ai fratellilati. Un macelleria in cui gli automobilisti morivano come moscerini in estate. Spiaccicati. Io stesso su quella strada ho rischiato più volte la morte sia come passeggero che come motociclista che tentava di superare la barriera del suono ad ogni costo.

In quel luogo c’erano quartieri d’immigrati e quartieri borghesi ed erano gli uni vicinissimi agli altri e tutti frequentavamo le stesse scuole (tranne quelli veramente borghesi che andavano in Scuole private di Suore a Milano). Io facevo parte dei borghesi non troppo borghesi ma comunque super invidiadi e pestati dai figli degli immigrati (allora dal Sud Italia ma non per questo meno incazzati ne forti). Ho passato infanzia e adolescenza facendo spesso a botte. judo-symbolMi sembrava naturale prenderle e darle come se fossero caramelle. Nulla di drammatico, mai nulla di rotto, tanti spintoni e calci. Tutti facevamo judo e quindi sapevamo come cadere senza farci troppo male. Ci si faceva male solo quando uno che faceva box si menava con uno che faceva judo ma era rarissimo perchè tutti facevano Judo, Karate o Kun Fu a Segrate negli anni 70 e chi non lo faceva le prendeva una volta e poi stava schiscio. In quella periferia tutti frequentavamo la parrocchia e li ho imparato il valore della solidarietà, del rispetto, dell’onestà e della dignità. Un grande insegnamento che non ha permesso di restare credente ma praticante di quei valori.

Elementari e medie  e poi il Liceo a Milano perché allora in zona non c’erano licei e forse nemmeno istituti tecnici tanto i figli degli immigrati non finivano nemmeno la terza media e gli altri erano veramente pochi.

Liceo Privato ma non prestigioso, ammucchiati come sardine in Aule minuscole. Tanta apprerenza e poca sostanza. A metà della V mi incazzo con il sistema “privato” e mi trasferisco in un liceo Pubblico. Mi fanno un culo quadro e vengo bocciato alla maturità anche grazie ad un tema un pò sopra le righe in form adi dialogo, un ammissione con 2 in italiano e una litigata con il presidente di commissione riguardo il ruolo degli inglesi nello sbarco dei mille. Insomma me la sono cercata e non me ne pento perché l’anno dopo ho frequentato il liceo serale mentre di giorno lavoravo come aiuto fotografo e durante quelle lezioni ho avuto la fortuna di comprendere per la prima volta la matematica.

A 19 anni

Finito il Liceo Serale ho cominciato a fare l’agente di commercio porta a porta vendendo materiali per Dentisti. Avevo 19 anni e ne dimostravo 16. Ero il cocco di tutte le segretarie dei Dentisti specialmente se con figli della mia età che impetosite dal mio modo di fare infantile mi compilavano ordini su ordini. Alla fine, con grande stupore del mio capoarea, vinsi tutti i premi e ci mancava poco che non vincessi il premio di venditore dell’anno. Ogni sera, però, mi dovevo fare degli impacchi di giaccio alla mano che mi doleva a causa delle strette di mano dei dentisti. Ad ogni ordine me la stritolavano come se stesero strappandomi in dente. Nel frattempo avevo fatto la mia prima società che si chiamava PHOTOEXPRESS. L’idea era qualla di far sviluppare i rullini fotogafici dei cral aziendali in un laboratorio industiale di lavagna in 24 ore garantendo un risparmio rispetto ai negozi del 50%. Stava funzionando ma mi sono stufato di sentimi chiedere regalini e omaggi dai vari responsabili dei cral e mi sono iscritto all’università. Detesto fare business con la logica della mazzetta.

Moto Guzzi 850 LeMans III 81 4Presi i soldi guadagnati, mi comprai un mega moto (Guzzi lemans III, una scheggia) feci il giro dell’Europa. Imparai l’inglese e mi iscrissi a giurisprudenza. Preparai un esame e mi venne l’angoscia a pensare che fossero tutti uguali, passai a Scienze Politiche e dopo aver seguito qualche lezione mi venne il dubbio che stessi per rifare il Liceo e quindi passai a Scienze dell’Informazione. Era una facoltà nuova. Non capivo esattamente cosa fosse ma c’era un sacco di matematica e la cosa mi piaceva. E poi mi pareva dificcilotta quindi degna di essere fatta. Mi sono fatto un culo quadro per quattro anni, non saltando mai una lezione, studiando giorno e notte e tenendo un’ottima media con grande stupore di mia madre e tutti i miei conoscenti ed ex compagni di scuola. gianni degli_antoni_250Nonostante a quei tempi Gianni Degli Antoni fosse il capo carismatico della mia facoltà io non facevo parte dei suoi alogo-unimidepti. MI dava fastidio il suo modo di fare da guru visionario ma con il senno di poi devo dire che era un grande. Grazie a lui sono nate un sacco di aziende informatiche di prim’oridine fatte da suoi alunni di grande talento tra cui anche Inferentia di cui sono poi diventato socio etc etc. Io mi consideravo un ricercatore non un business man e mi occupavo di “valutare le prestazioni di algoritmi paralleli in ambiente distribuito”. Vi ricorda qualcosa? AMBIENTE DISTRIBUITO?… UNIX…. TCP/IP… proprio il nostro attuale Internet che allora si chiamava alphanet e che veniva usato solo per scopi militari o scientifici.

Dai 26 ai 29 anni

Art&massNonostante fossi di fatto l’assistente del mio relatore di laurea già da almeno un anno alla fine dell’università decisi di fare l’editore. L’editore di libri d’arte contemporanea. Mi feci prestare il soldi per comprare un APPLE CX II dalla mia fidanzata (costava come un monolocale e lo usavano i professionisti mica i bimbiMINKIA) e mi lancia. Ebbi fortuna e cominciai subito a guadagnare tanto da potermi permettere anche un ufficio e dei collaboratori. La verità però è che io ero l’unico lavoratore gli altri erano tutti artisti. Io ed il mio socio (Amedeo Martegani detto Medeino) volevamo fare gli editori, ma, non avevamo le idee chiare e ci siamo inventati una sorta di società/marchio: Art&mass il sublimela Art&Mass. In effetti era una società ma facevamo opere d’arte numerate (Arte in produzione di massa) e ci presentavamo come un marchio registrato come materiali artistici (pennelli e roba simile) che garantiva l’artisticità del manufatto pur mantenendo l’anoninato dell’autore. In effetti gli autori era realmente artisti giovanissimi e poco noti (ora sono pure diventate famosi e quotati). Questi nostri “collaboratori” non ne volevano sapere di consegne, tariffe, lavoro, brief e ogni progetto diventava un incubo. Quindi abbiamo cominciato a immpaginare libri e riviste per conto di altri editori avvicinandoci al DTP (hai idea di cosa cosa volesse dire questa sigla?) e da li al multimedia (te li ricordi i CDi…). Alla fine mi sono sganciato lasciando la società al mio socio che con grande costanza è riuscito a trasformarala in una casa editrice d’arte (www.artecontemporanea.com). Di questa esperienza roccambolesca mi è rimasta la passione per i progetti editoriali che alla fine ho sfogato su Internet fino alla nausea.

A 29 anni

classe editoriGrazie alle mie competenze editoriali e informatiche sono stato ingaggiato da Class Editori per occuparmi di quella che si chiamava editoria elettronica composta prevalentemente di CD-ROM.  Avevo una carica, consigliere delegato di Milano Finanza Service per la precisione super e poteri mini… Talmente mini che per lanciare un serivizio di aggiornamento di dati borsa via web (stiamo parlando di un servizio FTP fatto con connessioni 9600 via VideoOnline…) dovetti installare il server personalmente… Ma nonostante ciò fu un successone e arrivanno a fatturare quasi 2 miliardi di lire (e siamo nel 94!!! ecommerce nemmeno a pensarci). Fu talmente  evidente il soccesso dell’iniziativa che dovetti andarmene dall’azienda. L’allora direttore generale, Marco Bendinelli (ora Angel Investor in Samba) mi disse: “Elestici, lei ha un grande pregio che, si ricordi, in azienda è un grande difetto: saper raggiungere i propri obiettivi ad ogni costo”.

MuseoVivo. Il mondoNel frattempo insieme ad un gruppo di amici appassionati d’arte ci mettiamo in testa di valorizzare i musei italiani anche dal punto di vista marketing e di farci pure del business. Susanna Guarnerio, Chiara Paderni, Eugenio Giavatto, Roberto Randazzo, Giovanni Flore ed io fondiamo MUSEOVIVO.museovivo E ci siamo riusciti. Il tutto senza nemmeno diventare soci di una società. Per alcuni anni abbiamo lavorato con i principali musei Italiani, Abbiamo vinto premi (nel 92 ci premiò Bill Gates in Assolombarda..) e fatto vincere gare tra cui quella per i servizi degli Uffizi (alcune perse). Abbiamo guadagnato bene e passato momenti indimenticabili insieme.  Degli start-uppari pieni passione ed entusiasmo. E’ finita perché quello è un mondo che non premia il merito ma le appartenenze politiche. Però rifarei tutto. E’ forse la start-up di cui sono più orgoglioso e di cui ho il più bel ricordo. Dimenticavo che in Assolombarda vincemmo come tutor Fiorenzo Galli che poi si appassiono talmente tanto al nostro progetto che ne fece la sua professione ed ora è diventato uno dei più bravi  manager museali al mondo, ora è il Direttore del museo della scienza e della tecnica di Milano.

Dai 31 ai 38 anni

inferentiaNello stesso periodo comincio a frequentare gli uffici di Inferentia fino a convincemi a lasciare Class Editori per andare a lavorare con loro nella speranza di pinferentiaoter fare come consulente quello che in Class Editori non riuscivo a fare pur avendo la scrivania più grande nel reparto ed gestendo un business super redditizio. Quella di Inferentia viene spesso considerata la mia success story perchè si tratta di un’azienda che ho sicuramente contribuito a portare al successo fino alla quotazione. Eppure, la considero il mio più grande fallimento. Io fui l’unico socio ad oppormi all’acquisizione di Enrico gasperini(DNM) Data Nord Multimedia; ma, non ebbi il coraggio di far valere il mio pur legittimo diritto di veto. Mi fidai degli advisor super blasonati, dei consulentoni super strategici, dei
miei stessi soci super convinti e mi feci liquidare senza lottare il 14 settembre 2001 (il primo giorno di riapertura delle borse dopo l’attacco alle torri Gemelle). La mia rassegnazione costò decine di milioni di euro alla società e il posto di lavoro a centinaia di professionisti seri e preparati che nulla avevano da rimproverarsi. Un’operazione assurda di cui mi sento ancora responsabile nonostante l’abbia osteggiata.

incubatriceIn quel periodo d’oro in cui abbiamo messo le fondamenta dell’economia digitale in Italia basata su Internet ho fatto anche un sacco di cagate tra cui una primeggia: IdeaUP – ebusiness creativity Lab.  IdeaUp era un incubatore, sulla carta, un incubatore fantastico. Aveva anche degli uffici meravigliosi sui navigli a Milano ricavati da un ex mulino. Peccato che la squadra non abbia funzionato, io non abbia funzionato come leader, e che il modello di incubatore non possa funzionare di per se. Per fortuna ce ne siamo accorti in tempo ed abbiamo chiuso quasi subito restituendo quasi tutti i soldi raccolti.

Dada_logo_103x131Per alcuni mesi faccio il “ruba paghette dei Bambini” ruba paghetteentrando nel consiglio di amministrazione di Wireless Solution che era appena stata acquistata da DADA. Devo alla mia Ombra il disgusto che mi convince a lasciare quel business così innovativo, ricco e promettente.


papa38 anni

team perfettoDivento Padre e questo evento assolutamente voluto e desiderato mi ha cambiato radicalmente la vita in meglio. Ha dato un senso vero e prodondo alla mia esistenza. Mi ha reso autenticamente felice e orgoglioso di me stesso. Adoro i bambini e considero le madri che lavorano le migliori strartupper che si possano avere in team.

39 anni

value partnersEntro a lavorare in Vpweb (ora Value Team) come Vice Presidente un specie di partner si serie B come lo erano tutti gli informatici come me che ne facevano parte. Degli idraulici o poco di più agli occhi dei veri consulenti di business di Value Partner. E’ stata un esperienza molto istruttiva, ma che non auguro a nessuno di fare. Fui chiamato per “sistemare” VPweb, dove per “sistemare” si intendeva “cacciare” qualcuno. Mi presi il tempo di capire se fosse il caso e decisi che non lo era. Fui cacciato io, da quello che venne a sostituirmi nel ruolo, e di cui conoscevo troppo bene il passato manageriale e la militanza in CL. Patrizio Mapelli mi liquido in pochi giorni. La cosa istruttuva fu che i manager che avevo difeso dal licenziamento furono gli stessi che mi misero alla gogna ai suoi occhi tra questi si distinse Fausta Pavesio. Di quel periodo mi porto il ricordo di un’organizzazione perfetta di tipo paramilitare in cui il talento individuale era solo strumentale all’organizzazione del business. In quel contesto assolutamente disumanizzante ho però incontrato persone di grandissimo valore che ora sono pure diventati miei soci.

Dai 40 ai 46 anni

Ho avuto la fortuna di poter lavorare alcuni anni come freelance per alcuni clienti che mi hanno dato la possibiltà di trasformare in risultati le mie idee (Filodiretto, Arca Camper, Cobebro, Aertecnica, DeAgostini Prboscolo_gift_1_01ofessionale, McGrow Hills, IPSOA etc etc). E’ stato impegnativo ma spesso entusiasmante. Ho lavorato in particolare a lungo In Boscolo Tours come temporary manager dell’area FIT fino convincere il mitico e pericolosissimo Giorgio a lanciare i BoscoloGift.  Da allora mi porto dentro il virus del travel ecommerce.

In questo periodo sono anche fallito grazie ad in mio “amico” che un giorno mi ha chiesto di aiutarlo ad aprire un bar in un centro commerciale perché voleva cambiare vita e fare il barista e suo zio lo aveva abbandonato a metà del barguado. Gli ho detto di si, chiarendo che lo avrei aiutato solo sulla parte “aziendale” perchè io di bar non ne capivo nulla e nemmeno ci entravo visto che non bevo caffè. Il risultato è stato che dopo un paio di anni ero diventato un super esperto di bar ed anche del sistema capestro con cui vengono creati e gestiti i centri commerciali. scavarsi la fossaInoltre mi ero dovuto accollare tutti i debiti dell”amico”che, invece di cambiare vita, ha semplicemente mollato il bar a me per andare a lavorare con i miei ex soci che gli avevo presentato. Ma solo dopo avermi fatto firmare fidejussioni al suo posto etc etc. Alla fine il bar è fallito; ma, la colpa posso ben dire che è stata soprattutto del centro commeciale. Con questo non voglio certo sminuire la portata del mio fallimento ma dare il giusto peso alla realtà dei fatti. L’amico ha avuto più volte la faccia tosta di salutarmi per strada invece di nascondersi. In effetti lui ha di che essere felice di rivedermi visto che ho pagato i suoi debiti. PPS… l’amico si chiama Davide Maggi e consiglio a tutti di stargli alla larga perché è un tipo che si presenta bene e sembra pure simpatico. Pare si atteggi pure ad investitore o qualcosa di simile…

dai 47 anni ai 53

FPLFondo (in un’acciaieria dismessa) quello che, ora, si chiama FastPrototypingLab che è una sorta di bottega imprenditoriale che trasforma idee in prototipi funzionanti senza perdere tempo a fare business plan teorici e complessi. scopare o segheIn parole povere il FastPrototypingLab è un auto-incubatore. O se si preferisce un Incubatore-autartico. O meglio ancora non è proprio un incubatore perché non incubiamo progetti di altri, ma solo i nostri. Siamo una montagna di soci che ci siamo convinti che il modo migliore per valutare la bontà di un’idea imprenditoriale sia il metterla alla prova del mercato riducendo al minimo gli investimenti e i tempi di realizzazione.

Alogo trasparentebbiamo creduto, anche, che il valore di un’idea imprenditoriale stesse nel
modo in cui viene realizzata e, quindi, le realizziamo in prima persona. falsaIo ad esempio mi sono dedicato a Weekendagogo altri soci del lab ad altri progetti. Il risultato per il momento sono assai deludenti soprattutto se guardo a quanto successo con Weekendagogo e che sto raccontando nella serie “FAST FAIL REALITY”.

ETDMemore di quanto successo con Weekendagogo ho cercato di fare tesoro di tutti i problemi ed errori commessi ed abbiamo dato vita all’eTravelDistrict che è un marketplace aperto, indipendente e non discriminatorio di prodotto turistico experience che è nato dall’incontro con un altro idealista peggio di me: Dino Bortolotto. L’eTravel District nasce per aiutare le start-up italiane dell’etravel a raggiungere il break even più rapidamente e con minori investimenti. lavorando con Netcomm ci siamo resi conto che il problema riguarda quasi tutti gli operatori turistici italiani che andrebbero tutti “incubati”​. Noi, però, non siamo dei pervertiti e proponiamo un approccio collaborativo o come va di moda ora “sharing”​ ma siamo anche del tutto contrari all’uberizzazione/googlizzazione dell’economia. Ovvero non vogliamo approfittare del ruolo che potrebbe avere l’eTD per distruggere valore invece che crearlo. etravel districtNon siamo nemmeno in concorrenza con Italia.it. Insomma siamo proprio dei bravi ragazzi con i capelli bianchi e tali vorremmo restare. In più di un anno di lavoro non siamo ancora decollati ma non ci siamo ancora rassegnati ne abbiamo venduto la coscienza (a dire il vero nessuno ce la vuole comprare).
In particolare abbiamo lavorato per rendere prenotabili online, ed experience accessibili ai disabili secondo oltre 80 criteri di possible selezione. Un mercatino che riguarda solo il 16% delle famiglie Italiane (indagine Doxa) e non meno di 500 milioni di persone nel mondo.

garanteasy 20Oltre a questo mega progetto imprenditoriale che potrebbe anche essere trasformato in un fondo ad alta vocazione industriale abbiamo creato Garanteasy che non ho voglia di descrivere ora. Abbiamo anche altri progetti nel cassetto che prima o poi realizzeremo o daremo da realizzare a chi ci sembrerà capace di portarli al successo.

advisor anti investitoriUltimamente mi sono inventato (per puro caso) un nuovo lavoro: advisor anti-investitori. A tal proposito credo sia opportuno dire che non sono contro tutti gli investitori ma contro tutti coloro che scommettono sulle startup come se fossero dei cavalli da corsa. lop lofE non hanno nessuna pietà per i cavalli che si azzoppano e vengono abbattuti nel pieno delle loro forze. Io sono contro quelli che sperano solo di aver puntato sul cavallo vincente e stanno sugli spalti a guardare la gara. Io sono contro questo tipo di investitori mentre sono assolutamente favorevole a quelli che dopo aver scelto il proprio cavallo lo seguono come quei  veterinari amorosi che vedi nelle pubblicità dell’Amaro Averna. Ce ne sono e lavorano. Io ne conosco alcuni e se gli presento un deal interessante lo prendono in considerazione seriamente.

Accidenti hai letto tutta sta pappardella?!!! A gratis per di più… sei proprio un perditempo.

Negli ultimi 2 anni (dai 53 ai 55 anni)

Ne scriverò a breve. Sono stati anni di grande costruzione e non ho avuto nemmeno il tempo di aggiornare sta pagina. Comunque tutto bene. Sono ancora vivo e vegeto.

 

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