SPID!!! Vittoria e libertà!!!… O “never ending story”?…

Ieri il Consiglio di Stato ha dato nuovamente ragione ad Assoprovider dicendo che è del tutto ingiustificata la barriera di 5 milioni di euro di capitale sociale per essere abilitati a gestire l’identità  digitale di un utente. In questo modo il Consiglio di Stato ha abbattuto nuovamente i muri che il governo aveva alzato per impedire la concorrenza su questo servizio che di fatto veniva dato in esclusiva a Telecom, Poste e Infocert.

Ho gioito assai quando Dino Bortolotto mi ha telefonato per darmi la notizia in anteprima prima che diventasse di dominio pubblico e poi ho condiviso la mia gioia online mentre correvo tra un appuntamento e l’altro; ma, dopo averci dormito su una notte alla gioia si è accavallata la preoccupazione: cosa si inventeranno ora Stefano Quintarelli ed il Governo per alzare nuovamente il muro a protezione dei soliti noti? Quale altro cavillo escogiteranno per impedire che anche in italia si cominci a vincere per merito invece che per conoscenze ed appartenenze?

Lo SPID pare una menata da tenici ultra sofisticati e preparati come Dino ma in realtà è una cartina di torna sole delle vere intenzioni del Governo e dei nostri politici riguardo il nostro futuro digitale e il futuro dell’innovazione tutte in italia. Il dubbio più che fondato è che dietro alla cortina fumogena dello Startup Show Business alzata da Riccardo Luna e compagnia cantanti ci sia la forte volontà di creare degli oligopoli se non dei veri e propri monopoli magari con la complicità di attori internazionali come Apple, Amazon, Vivendi  etc etc.

Come non guardare con sospetto la nomina di Piacentini come commissario al Digitale Italiano se associata all’ostinata volontà di riservare a soli tre soggetti ben controllabili dal potere politico lo SPID che Barberis stesso considera uno dei pilastri della strategia di digitalizzazione dell’Italia? Pilastro di ben più ricche e sostanziose commesse relative alla riorganizzazione dell’intera pubblica amministrazione in versione digital. Commesse che è lecito pensare si intende assegnare con le stesse logiche mistificatorie con cui si è cercato di blindare lo SPID.

E come non guardare con sospetto la nomina di amici e amichetti del presidente del consiglio in posti chiave come Telecom Sparkle che è la società da cui passano tutti i dati da e per il paesi arabi?

E le voci di possibile fusione tra Telecom, Mediaset e Vivendi con il placet del Governo?

Come non sospettare che dietro l’ostinata difese delle logiche dello SPID e dei meccanismi con cui è stato normato da parte di Quintarelli non ci fosse solo ignoranza e superficialità ma un chiaro e condiviso disegno politico che non ha nulla a che fare con la libertà di mercato, l’abbattimento di barriere e l’innovazione a favore di startup e piccole imprese innovative?

Coincidenze, troppe per non sospettare un disegno preciso. Troppi silenzi anche da parte dei media di governo come startupitalia! e simili per non sospettare che la verità è proprio quella di non voler affatto favorire l’innovazione e l’imprenditorialità ma alcuni ben individuabili e gestibili attori in grado di blindare un sistema che potenzialmente ha il potere di conoscere i comportamenti e le intenzioni di tutti gli italiani e quindi anche di influenzarne gli orientamenti politici con tutto ciò che ne consegue?

Prova ad immagine un sistema di voto elettronico associato ad un’identificazione fatta da soggetti ben controllati e manipolabili come appunto Telecom. Poste e Infocert… Te lo immagini? Chi potrebbe più assicurare che il voto sia stato espresso e registrato in modo corretto? Chi potrebbe sapere i nomi di chi ha votato e chi si è astenuto? Chi potrebbe associare un nome ad un voto?

E quindi chi potrebbe assicurarsi la rielezione e la presenza in parlamento di deputati e senatori fedeli e ubbidienti che fanno leggi come quelle appena bocciate dallo Consiglio di Stato?

Io vorrei tanto sbagliarmi ma comincerò a crederlo solo quanto vedrò liberalizzato in modo completo e seria la gestione dell’identità digitale, eliminati dal sistema qualsiasi attore che possa tracciare i comportamenti degli utenti e, infine, vedere all’opera nei tavoli decisionali gente seria, onesta e preparata come Dino Bortolotto invece che manager di cultura coloniale come Piacentini.

Comincerò a ricredermi quanto i doppiogiochisti come Quintarelli saranno smascherati invece che ingaggiati come esperti di facciata. Infine quanto come digital champion sarà messo non un altro ventriloquo del Governo ma uno che sappia mantenere un rigore scientifico nell’affrontare l’innovazione italiana. Uno che sappia raccontare la verità del fare innovazione in italia invece che storielle di successo confezionate come fossero episodi di un soap opera sud americana.

Quintarelli potrà ben dire che io sto disegnato il quadro di un “GOMBOLOTTO” ordito dal cattivissimo Bimbo Minkia in persona ma come diceva Andreotti: “a pensar male si commette peccato ma difficilmente si sbaglia” e sta a gente come lui dimostare che mi sto sbagliano non solo a parole ma con in fatti. Come diceva il padre di Adriano Olivetti (e poi basta citazioni):

“la verità sta nelle azioni non nelle parole”.

Renzi, Barberis, Piacentini, Quintarelli, Madia etc (Luna è inutile citarlo perché lui pensa solo a prendere il posto di Marco Camisani Calzolari in RAI) lo avete capito?

Azioni non parole!!

Azioni non tweet!!

Usare Twitter non è innovativo anche se va tanto di moda. Rendere lo SPID e tutta la digitalizzazione dell’Italia un mercato aperto sarebbe molto e veramente innovativo. Chiaro? Sono stato chiaro? Devo essere ancora più volgare per farmi capire? Nel senso di più divulgativo e comprensibile?

VOGLIAMO SCOPARE!!!

non solo guardare i grandi e ricchi padroni del digitale SCOPARSI IL NOSTRO MERCATO!!!!

SIAMO STUFI DI FARE I GUARDONI!!!!

VOGLIAMO ANCHE NOI LA NOSTRA FETTA DI MERCATO LIBERO E MERITOCRATICO